Universo Marvel: La Guerra dei Regni 2, la recensione

Jason Aaron porta su La Guerra dei Regni il pathos e quell'aura di tragedia che hanno segnato la sua gestione di Thor

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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War of the Realms #2, anteprima 01

Gli eserciti dei Nove Regni hanno invaso Midgard con il dichiarato intento di assoggettarla ai voleri del loro generale Malekith. Chi ha seguito negli ultimi anni il maestoso ciclo di storie scritto da Jason Aaron (Avengers) per le serie dedicate a Thor ha assistito alle prime avvisaglie di questo conflitto, che ora è giunto prepotente a stravolgere la vita dell’intera popolazione mondiale. Non solo New York, dunque, ma anche il resto del pianeta diviene il campo di battaglia della Guerra dei Regni, evento Marvel giunto al secondo dei cinque capitoli editi da Panini Marvel Italia.

L'albo raccoglie il secondo e il terzo numero della miniserie originale, scritta da Aaron per i disegni di Russell Dauterman (Cyclops). Con la stessa vibrante energia dell'esordio, la storia continua a mostrarci la strenua – e apparentemente vana – resistenza dei super eroi. Nonostante i tanti sforzi profusi, le perdite non si contano più e la ritirata sembra l’unica opzione praticabile. Non potendo contare sul Dio del Tuono, condotto dai suoi avversari su Jotunheim, e avendo brutalmente perso Loki, divorato dal padre Laufey, i buoni mancano della guida ideale per affrontare questo genere di avversario.

Ben tre squadre di Vendicatori vengono inviate nei vari Regni con il compito di trovare una soluzione all’avanzata di Giganti del Ghiaccio, Demoni di Fuoco, Angeli e di altre creature fantastiche. Queste storie vengono però approfondite nei primi tie-in dell'evento, La Guerra dei Regni Extra e La Guerra dei Regni: Avengers Strikeforce.

Nell’accostamento tra un immaginario fantasy e uno propriamente urbano, come quello dei super eroi Marvel, rintracciamo il punto di forza di quest’evento, in grado di calare in maniera intrigante personaggi ben noti in contesti per loro inediti. L’esempio più calzante è senza dubbio la trasformazione di Daredevil, il quale sfrutta i suoi poteri per ricoprire un ruolo divino affiancando Heimdall: quello che a qualche lettore integralista potrebbe sembrare un tradimento delle sue caratteristiche base si rivela una scommessa vinta da Aaron, che ci consegna una versione del vigilante di Hell’s Kitchen che resterà negli annali.

"Aaron lascia emergere l’essenza di ogni singolo personaggio coinvolto, riportando su queste pagine il pathos e quell’aura di tragedia che hanno segnato la sua gestione di Thor."Non è l'unica zampata dello sceneggiatore di Original Sin e Goddamned: se da un lato vedere Iron Man e Shuri confrontare le proprie abilità con quelle dei Nani dà vita a brevi momenti di leggerezza, dall’altro non possiamo che restare affascinati dalla sua capacità di creare contrasti che conferiscano maggiore profondità a quest’evento. Da un Punitore scatenato al redivivo Wolverine in borghese, passando per una Jane Foster in formissima e poi Lady Freyja, She-Hulk e le Valchirie, Aaron lascia emergere l’essenza di ogni singolo personaggio coinvolto, riportando su queste pagine il pathos e quell’aura di tragedia che hanno segnato la sua gestione di Thor.

Anche Dauterman si conferma a livelli altissimi, grazie a una prova impeccabile sotto ogni punto di vista: a suo agio nel tratteggiare mondi fantastici, il disegnatore statunitense coniuga espressività, dinamismo e originalità offrendoci tavole ricche di particolari e di grande impatto.

Doveroso sottolineare l’incredibile lavoro del colorista Matthew Wilson: la sua palette muta continuamente, trasmettendoci le suggestioni del campo di battaglia, del freddo di Jotunheim e delle decadenti atmosfere di Svartalfheim in un caleidoscopio ammaliante.

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