Universal Soldier: Day of reckoning, la recensione
Completamente asciugato da tutto quel che aveva caratterizzato la saga di Universal soldier questo sesto episodio perde la testa e senza connessioni con gli altri diventa subito il più delirante e interessante
Tutta l'azione decerebrata dei precedenti film viene lavata via da un tono compassato che esalta le sparute ma potentissime scene d'azione e applica alla classica storia di vendetta il filtro "refn" (evidente fin dalla prima apparizione dei villain, immobili e mascherati in un'inquadratura composta alla perfezione, il simbolo stesso delle fobie da minaccia domestica) senza seguirne però i deliri cromatici, solo la passione per una visione concreta di tutto quel che pone dei problemi e quindi rende interessante ogni discorso sulla violenza.
Anche i confronti fisici immancabili sono centellinati per non fargli perdere senso e pompati nei dettagli violenti ed efferati. Perchè alla fine Universal soldier: Day of reckoning è il primo film della serie a raccontare realmente quello che era già il tema del primo e originale, ovvero la supremazia della violenza fisica sul controllo mentale, la mescolanza tra follia efferata e condizionamento al sangue. E che per farlo sia stato preso un intero cast di atleti marziali più o meno abili realmente, ma comunque abbonati al cinema delle poche parole e molte botte, per farli recitare sul serio, pare l'ironia e lo sforzo maggiore.