Unity vol. 5: Fronte Interno, la recensione
Abbiamo recensito per voi il quinto volume di Unity, la serie Valiant scritta da Matt Kindt e disegnata da Pere Pérez, edita da Star Comics
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Come abbiamo avuto modo di leggere, infatti, Unity nascondeva alla popolazione di tutto il mondo alcuni segreti che, una volta venuti a galla, hanno incrinato il rapporto di fiducia che la gente riponeva in loro. A questa condizione, inoltre, si è andata ad aggiungere l’abbandono di Fatih Herbert (Zephyr) - supereroina entrata in squadra per sostituire l’uscente X-O Manowar - non ancora pronta ad affrontare lo stress che comportano missioni così delicate. Con la fiducia ai minimi storici e un equilibrio interno da creare ex novo quanto prima per evitare che il progetto Unity possa implodere, ecco sopraggiungere una nuova minaccia che spinge il gruppo oltre i propri limiti. Che sia giunta la fine per il team di eroi di casa Valiant?
I primi tre capitoli del volume, infatti, sono dedicati a Ninjak, il Guerriero Eterno e Livewire, alle rispettive vite una volta smesso il ruolo di difensori della Terra. Kindt si dimostra capace nel conferire a ognuno di loro il giusto colore, realizzando dei personaggi tridimensionali e riusciti. L’aspetto predominante di questi elementi - la ricerca di un riparo sicuro nella tecnologia, la dannazione dell’immortalità, l’indole solitaria - viene analizzata e contestualizzata all’interno di un’esistenza che pulsa anche al di fuori di un hangar, o del campo di battaglia. Introspettiva, arguta, disillusa: ecco come ci appare la narrazione, un fluire compatto di emozioni e situazioni che hanno l’indubbio merito di restituirci personaggi interessanti e di conquistare il lettore che si appassionerà alle vicende private di ognuno di loro.
Una trama solida che torna a spingere sull’acceleratore nel suo ultimo capitolo dal titolo eloquente, La Battaglia, sorretta da un altrettanto convincente prova al tavolo da disegno di Pere Pérez. L’artista spagnolo che recentemente abbiamo potuto ammirare all’opera su Archer & Armstrong vol. 6: American Wasteland, conferma l’impressione che ci aveva fatto con le sue ultime prove adattando il suo stile ai diversi toni della narrazione; ora più descrittivo ed espressivo, ora più potente e dinamico, regalandoci tavole dense di azione costruite con un sapiente gioco di inquadrature.
In conclusione, questo volume è l'ennesima dimostrazione della maturità acquisita da parte degli autori di Unity, capaci ancora una volta di realizzare una storia avvincente e stimolante sebbene declinata a un ritmo e tematiche differenti rispetto al solito registro. Per Valiant è l’ennesimo tassello di un mosaico sempre più bello.