Unholy, la recensione
Unholy è un titolo con diversi pregi, ma incapace di tramutare le proprie ambizioni in realtà per tutta la durata dell'avventura
Realizzare un titolo horror come Unholy, nel 2023, è molto più difficile di quanto si possa pensare. Questo perché anno dopo anno ci sono state numerose opere che hanno stabilito degli standard, costringendo gli sviluppatori intenzionati a seguire questa strada a prestare attenzione per evitare di compiere alcuni passi falsi. Un gioco basato esclusivamente sui jump scare, per esempio, non ha più lo stesso appeal di un tempo, esattamente come gli horror nei quali non possiamo difenderci e siamo costantemente inseguiti da un mostro immortale.
Scoprite insieme a noi se Unholy è riuscito a regalarci qualche sano momento di paura, oppure se si è rivelato un’esperienza dimenticabile.
CUORE DI MAMMA
La trama di Unholy ci mette nei panni di Dorothea, una donna che decide di scappare con il proprio figlio dal monastero all’interno del quale si sono rifugiati. La situazione precipita rapidamente quando l’uomo a capo di una misteriosa setta riesce a rapire il figlio di Dorothea, portandolo in un altro mondo per continuare un oscuro rituale. Decisa a fare qualsiasi cosa pur di non perdere Gabriel, la ragazza decide di inseguire il suo rapitore nella dimensione oscura. Una dimensione basata sulle emozioni, ma dove la speranza sembra essere ormai perduta.
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UN MASSACRO A SUON DI EMOZIONI
Unholy offre un primo atto abbastanza classico, sotto il profilo ludico. Il giocatore si trova a esplorare ambienti inquietanti, cercando di risolvere semplici puzzle ambientali. Dopo qualche decina di minuti, però, si viene trascinati per la prima volta nella dimensione oscura, all’interno della quale le emozioni vengono cristallizzate in sfere che fuoriescono dai corpi dei cadaveri. Grazie all’ausilio di una misteriosa anziana, Dorothea imparerà a utilizzare una speciale fionda, in grado di scagliare le succitate sfere verso i propri avversari. In base all’emozione scagliata, i risultati saranno differenti. Alcune biglie rilasceranno una scarica di energia, altre esploderanno in una nuvola di fumo, giusto per fare due esempi.
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Si tratta di una scelta interessante, ma che scontra con alcuni limiti del gioco. Limiti come il level design, che difficilmente ci invoglia a usare tutto il nostro equipaggiamento e che ci ha incentivato a usare alcuni proiettili solamente subito dopo averli acquisiti, nell’apposita sezione tutorial. A questo si affianca un’IA dei nemici (che non potremo uccidere direttamente) davvero scadente e un sistema di movimento talvolta frustrante. Ci riferiamo, nello specifico, alla scivolata che si ottiene nella prima metà di gioco e che abbiamo odiato ogni qualvolta ci siamo trovati a utilizzarla. Fortunatamente la musica cambia leggermente con i puzzle ambientali, semplici, ma in grado di tenere alta l’attenzione del giocatore.
Nel corso dell’avventura, Dorothea entrerà anche in possesso di alcune maschere che le garantiranno diversi poteri. Alcuni sono più banali, come uno che richiama l’occhio dell’aquila di Assassin’s Creed, ma altri si sono dimostrati invece più brillanti, rendendo la seconda metà dell’avventura più interessante della prima. Anche se, come vedremo tra poco, la reale utilità della maschera è un’altra.
IL FASCINO DELL’OSCURITÀ
Unholy non è un titolo brutto da vedere. Gli ambienti, nello specifico, ci sono sembrati rifiniti e, per quanto statici, sono stati forse l’elemento che più abbiamo apprezzato della produzione. L’atmosfera horror si respira proprio dalla messa in scena delle due realtà differenti: una ambientata nell’Europa dell’est e l’altra nella dimensione oscura basata sulle opere dell’Artist Director del gioco Tomasz Strzalkowski. Lo stesso non si può dire però dei modelli degli esseri umani e dei mostri, sin troppo semplici e poco espressivi. Ecco che, a questo punto, l’idea di far indossare per la maggior parte del tempo una maschera alla protagonista impedisce ad alcune cut-scene di risultare troppo datate. Una scelta furba e che ci siamo trovati più volte ad apprezzare. Discreta, infine, la colonna sonora e non particolarmente esaltante il doppiaggio in inglese, che riporta una scarsa emotività da parte della protagonista e dei vari comprimari. Per i non anglofoni, il titolo è comunque sottotitolato in italiano.
Unholy è un’opera dignitosa. Poteva ambire a essere molto di più, ma per vari motivi non riesce mai a spiccare del tutto il volo. Tutte le idee sono nel posto giusto, ma vengono portate avanti con un mix di inesperienza e di scelte sbagliate. Se amate gli horror, potreste comunque rimanere affascinati dall’opera di Duality Games. Se siete indecisi sull’acquisto del titolo e non sapete se spendere in questo modo i 30 euro (circa) del prezzo di lancio, forse vi converrebbe aspettare la prima ondata di sconti. Unholy, insomma, è un titolo nella media, ma speriamo sinceramente che gli sviluppatori decidano di continuare su questa strada, colmando i propri difetti e mantenendo i propri pregi.