Unfollow vol. 1: 140 caratteri, la recensione
Abbiamo recensito per voi l'esordio di Unfollow, serie Vertigo di Rob Williams, Mike Dowling e R.M. Guéra
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Cane non mangia cane; i feroci leoni non si fanno guerra; il serpente non aggredisce il suo simile; v'è pace tra le bestie velenose. Ma per l'uomo non c'è bestia più pericolosa dell'uomo.
Prima di morire, Larry vuole sconfessare un’antica concezione della condizione umana, homo homini lupus, e decide così di dividere il suo patrimonio – stimato in più di diciassette miliardi di dollari – tra centoquaranta persone selezionate casualmente su scala mondiale. Un applicazione appare sui cellulari dei prescelti, e subito dopo un jet privato conduce i fortunati sull’isola corallina di Visitors Bliss, alle Bahamas, di proprietà dello stesso Ferrell.
Unfollow, serie DC Comics/Vertigo scritta da Rob Williams e disegnata da Mike Dowling, è stata portata in Italia da RW Edizioni per la collana Vertigo Hits. Questo primo volume, intitolato 140 caratteri, raccoglie i sei episodi iniziali dell’opera e ha il compito di introdurre al lettore un thriller psicologico dalle tinte orrorifiche.
Partendo da un esperimento da ricchi annoiati, Williams si lancia in una riflessione sull’animo umano che ben presto assume un carattere universale: la possibilità di utilizzare ben centoquaranta personaggi offre allo scrittore inglese ampio spazio di manovra e l’opportunità di sfruttare i più disparati topoi; lungo i sei capitoli si alternano il giovane afroamericano del ghetto David, la ricca e viziata ereditiera Courtney, l’esuberante scrittore giapponese Akira e un ex soldato che crede di essere in contatto con Dio, il Diacono. A questa variegata pletora si unisce l’enigmatica figura di Rubinstein, minaccioso braccio destro di Ferrell dalla caratteristica maschera di diavolo.
Tra flashback e frenetiche scene d’azione, la narrazione scorre intensa offrendo un'intrigante panoramica sul contesto; al contempo, concentrarsi solo su una piccola porzione di personaggi permette di creare interessanti aspettative nel lettore, incuriosito da come la situazione si evolverà. Giunti al termine della lettura, la direzione che Williams vuole imprimere alla storia resta incerta. Sebbene la premessa di questa storia sembri puntare a una critica dei social network, constatiamo come questi vengano coinvolti solo a livello marginale (e quasi esclusivamente nella componente grafica), preferendo concentrare lo sviluppo della vicenda sui risvolti umani dettati dall'intreccio.
L’attento lavoro in fase di scrittura viene bilanciato brillantemente dall’ottima performance di Dowling al tavolo da disegno: lo stile realistico dell’artista inglese riesce a esaltare la forte componente emotiva del racconto evidenziando i cambi di tono e la palpabile tensione dei vari frangenti.
Segnaliamo, infine, che il capitolo conclusivo del brossurato è disegnato da R.M. Guéra: lo stile asciutto del disegnatore serbo ben noto ai lettori di Scalped cattura la violenza che ha segnato il passato dei Diacono, cui è dedicato l'episodio, in una prova efficace e perfettamente in linea con quanto proposto in precedenza.