Un'estate al mare

Tanti comici conosciuti impegnati in un'operazione per portare la gente al cinema d'estate. O per tenerla lontana, considerando che non si ride quasi mai. Con l'elenco delle frasi più folli e i voti agli episodi...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloUn'estate al mareRegiaCarlo VanzinaCast

Gigi Proietti, Lino Banfi, Enrico Brignano, Ezio Greggio, Massimo Ceccherini, Nancy Brilli, Anna Falchi, Enzo Salvi, Alena Seredova, Biagio Izzo, Victoria Silvstedt

scita27 giugno 2008

Un'estate al mare è forse il più importante film italiano dell'anno. No, seriamente. Se parliamo di importanza artistica, ovviamente era difficile avere grandissime aspettative su questo prodotto. Ma a livello commerciale (quindi, aspetto forse anche più importante) Un'estate al mare sembra un film spartiacque per quanto riguarda le sorti del cinema italiano. Infatti, è un tentativo di prendere lo stesso pubblico che affolla le sale a Natale in cerca di risate facili e convincerlo ad andare al cinema anche con il caldo. Insomma, un prodotto che può veramente lanciare l'estate italiana o mandare in soffitta (forse a livello definitivo) l'idea che da giugno a metà agosto il pubblico italiano voglia andare in sala.

Purtroppo, Un'estate al mare molto difficilmente farà il miracolo di invertire la tendenza che vede il pubblico italiano sulle spiagge vere e non ad assistere a quelle proposte sul grande schermo. Si potrebbe ironizzare sui Vanzina che scopiazzano I mostri del compianto Dino Risi e altre pellicole della commedia all'italiana (tanto il pubblico più giovane non li conosce) per realizzare quelle che in sostanza sono soltanto delle barzellette dilatate. Si potrebbe parlare della recitazione pessima, in cui ci si affida unicamente all'estro degli interpreti (che, peraltro, non sono proprio in palla). O alzare gli occhi al cielo di fronte a tante scene senza logica e un minimo di narratività. Senza dimenticare, nel confronto con tante pellicole trash anni settanta, come qui gli orrendi protagonisti maschili debbano tutti (o quasi) far centro con le bellone di turno.

Ma il problema vero, per una pellicola che ha come unico faro il botteghino, è l'assoluta mancanza di commercialità di questo prodotto. D'accordo, magari qualche soldino nel primo weekend lo strappa (anche perché con un'uscita massiccia del genere...), ma poi come fare a reggere a luglio? Insomma, non c'è nulla di male se dei produttori vogliono offrire al pubblico un divertimento sguaiato e di bassa lega, solo che qui non c'è neanche quello. Difficile quindi capire la logica di un'operazione costata, solo di promozione, 2,5 milioni di euro e (si dice) cinque milioni di budget. Insomma, magari (e non è detto) considerando il product placement (fatto con la solita sfacciataggine, che francamente in questo modo è anche controproducente per le aziende coinvolte) e i diritti televisivi l'operazione andrà stancamente in pari, ma difficile che qualcuno l'anno prossimo voglia bissare.

Comunque, ecco il parere su ogni episodio, con relativi voti:

Il conte di Montecristo: Lino Banfi improvvisa a piene mani, con gli stessi risultati (miseri) de L'allenatore nel Pallone 2. Victoria Silvstedt tanto deve solo far vedere quanto è alta e procace (98 centimetri, come ripete in continuazione il 'marito'). Trama prevedibilissima, morale che vorrebbe essere amara e che invece non dice molto (come avverrà anche con l'episodio di Salvi).
Voto: 4

Saracinesca: Vedendo Ceccherini, uno potrebbe pensare che almeno dirà qualche rozzata in grado di risvegliarci dal torpore. Invece, quello che è uno dei pochi veri talenti del cinema italiano ormai è l'ombra di se stesso (era mediocre anche nell'ultimo Pieraccioni). Ultracult comunque quando si getta dal balcone del secondo piano di un albergo senza conseguenze. I tifosi della Fiorentina avranno da ridire su certi errori di un presunto fan sfegatato.
Voto: 4,5

Traffico sulla Pontina: La coppia Nancy Brilli - Enrico Brignano è assurda e lui non sembra proprio a suo agio (tranne quando non va a ruota libera). Una scena sarà assolutamente incomprensibile per chi non vive a Roma (anche se i Vanzina forse non lo sanno, circa il 96% del pubblico italiano). Il finale è telefonatissimo. In sostanza, non succede niente...
Voto: 3,5

L'isola dell'amore: Vedere un personaggio che si finge gay non è l'idea più originale del secolo, ma almeno ha un senso comico. E la Seredova recita decentemente. La trama è anche questa volta scontata,  ma dopo i primi tre episodi risulta quasi decente. Se fossi il responsabile della Air One, comunque, chiederei i danni per la 'pubblicità' fatta dalla ditta.
Voto: 5

Il giovedì: Se da Ceccherini ti aspetti un po' di ritmo, dar Cipolla vorresti avere un'iniezione di energia che non ti faccia pensare di aver sprecato la mattinata. Eppure, anche lui si adegua al tono moscissimo della pellicola e non offre quasi nulla (se non ripetere le sue vecchie battute). Peraltro, l'idea malinconica di fondo è fin troppo simile a quella del primo episodio, ma anche in questo caso sfruttata male.
Voto: 4,5

Extralarge: Ezio Greggio ritiene che ripetere le battute del Drive In e di Striscia la notizia sia una garanzia di risate al cinema. Anna Falchi interpreta una musicista che ha suonato alla Scala e forse lo farà al Metropolitan. La scena clou, forse per citare Bach o Beethoven, è una sinfonia di scorregge. E' in lotta con Traffico sulla Pontina come peggior episodio del film. A mio parere, la spunta.
Voto: 3

La signora delle camelie
: Va detto subito che l'idea su cui è basato tutto questo episodio è sostanzialmente una riproposizione del mitico sketch di Proietti in Febbre da cavallo, in cui non riesce a recitare nello spot di un whisky. Insomma, nulla di originale, ma sarà il talento indiscutibile dell'attore, sarà la pochezza del resto, almeno l'ultimo capitolo strappa la sufficienza. Peccato non sfruttare maggiormente Micheli (peraltro, protagonista di una scena dopo i titoli di coda inspiegabile), che sembrava decisamente in palla.
Voto: 6

Ed ecco le frasi che entreranno nella 'storia'

  • - "Sono arrapeto come un pinguino tunisino" (Lino Banfi)

  • - "Mi inchiappetto pure Platinette e te lo metto per iscritto" (Massimo Ceccherini)

  • - "Se rinasco, me lo taglio e lo metto nella cassetta della posta". "Prima lo devi trovare" (Enrico Brignano e Nancy Brilli)

  • - "Sei un architetto con due palle così" (Elena Seredova)

  • - "Mazza che paghetta micragnosa che ti ha dato, che pensa che vivi a Tirana?" (Enzo Salvi)

  • - "Bella violinista da violare". "Facciamo un concerto da camera e mi suoni l'archetto" (Ezio Greggio)

  • - "Co' sti cazzi che c'ho per culo adesso vengo a teatro per pensare" (Gigi Proietti)

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