Uncoupled (stagione 1): la recensione

Uncoupled affronta la voglia di rimettersi in piedi dopo una rottura tra momenti seri e imbarazzanti, con un grande Neil Patrick Harris

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Uncoupled la recensione in anteprima della prima stagione, disponibile su Netflix dal 29 luglio.

Cosa fareste se il vostro partner di tutta la vita vi lasciasse di punto in bianco, lasciandovi soli a vivere una vita da single ma non più così giovani per affrontarla come un tempo? È quello che Darren Star e Jeffrey Richman vogliono raccontare con Uncoupled, nuova serie dramedy in arrivo su Netflix tra un paio di giorni. Protagonista della storia Neil Patrick Harris, attore istrionico e molto calato nella parte. Questi primi otto episodi da circa trenta minuti, raccontano di due persone innamorate che si lasciano, e della voglia di rimettersi in piedi dopo una rottura, con tutti i cliché del caso e con un occhio di riguardo per tutti i tipi d'amore.

La trama di Uncoupled

Michael (Neil Patrick Harris) organizza al suo fidanzato Colin (Tuc Watkins) una festa a sorpresa per il cinquantesimo compleanno. Ma è Colin ad avere una sorpresa per Michael, lasciandolo dopo 17 anni di fidanzamento. Michael si vede cadere tutto il proprio mondo addosso, e si ritrova single a quarant'anni a New York. Tra app d'incontri, persone super dotate, e amanti troppo giovani e precoci, l'uomo dovrà farsi forza e rialzarsi sulle proprie gambe. Fortunatamente ha dalla sua parte la socia Suzanne (Tisha Campbell) con cui vende immobili, e i due amici del cuore Stanley (Brooks Ashmanskas) e Billy (Emerson Brooks). Grazie a questi comprimari e alle sfortunate vicende amorose di Michael, Uncoupled si rivela una buona finestra sulla vita adulta.

Neil Patrick Harris si è perfettamente calato nel ruolo, e da solo è in grado di trascinare tutto lo show. Molto buone le prove del resto del cast, con una Tisha Campbell sempre sopra le righe ma capace di bucare lo schermo con forza e carisma. Le storie secondarie cercano di lasciare il proprio segno, ma si rivelano solamente dei palliativi alle disavventure di Michael. Se la serie dovesse venire rinnovata per una stagione 2 però, sia Stanley sia Billy dovranno affrontare anche i propri problemi, non limitandosi più a essere le spalle su cui piangere.

In bilico tra il serio e faceto

Il punto di forza di Uncoupled è sicuramente l'equilibrio tra serio e faceto, non mostrato quasi per nulla dai trailer pubblicati da Netflix. Quando la serie di Star si prende sul serio, parlando del dolore della separazione e dell'inadeguatezza di trovarsi in un mondo troppo avanti per i nostri standard, tutto sembra messo al posto giusto. Quando invece cerca di far ridere a ogni costo con gag fisiche e sessuali, Uncoupled potrebbe causare una sensazione d'imbarazzo nello spettatore. Come detto però, c'è un equilibrio, e gli episodi scorrono piacevolmente alternando i due momenti.

Uncoupled non ha paura di essere esplicito, nei termini e nelle immagini, mostrando spesso i suoi protagonisti nei momenti più intimi. Se avete quindi problemi con tutto questo, la serie tv potrebbe non incontrare il vostro gusto. Regia e fotografia sono invece negli standard delle produzioni di questo budget, senza nessun guizzo creativo degno di nota. Un susseguirsi di eventi con qualche green screen fin troppo evidente nelle scene di viaggio.

Uncoupled è un dramedy con cui mi è stato facile entrare in empatia, soprattutto nei momenti seri riguardanti le relazioni e il sentirsi fuori posto. Porge però il fianco a dei momenti fin troppo demenziali, che ho trovato, a differenza di quanto mostrato nei trailer, ben dosati e no n soverchianti rispetto al vero cuore del prodotto. Raccontando la voglia di Michael di rimettersi in piedi, pur con qualche libertà di troppo, Uncoupled è un piacevole intrattenimento in grado di occupare qualche serata della vostra estate.

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