Un'Avventura, la recensione

La nostra recensione di Un'Avventura, il film musicale con canzoni di Battisti e Mogol

Critico e giornalista cinematografico


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L'idea di Un'Avventura appare subito forte e interessante: raccontare una storia più o meno convenzionale in modo non convenzionale, mettere i personaggi in relazione al mondo che abitano attraverso le canzoni che effettivamente hanno segnato quei periodi e più sono entrate nell'immaginario collettivo. La definizione "colonna sonora di un periodo" è tanto banale quanto giusta in questo caso.

Quello che promette di essere un musical sulle canzoni di Battisti-Mogol, in realtà non sembra concentrarsi particolarmente su di esse. La musica c'è, anche abbastanza, ma sembra sempre che le canzoni non siano il cuore della messa in scena. L’impressione insomma è che il film le stia a guardare da lontano invece di partecipare alla festa musicale. Per esempio il primo numero, quello degli hippie in spiaggia, finisce per essere poco credibile, con costumi di esagerata pulizia anche per gli standard di un musical che cozzano con gli altri di costumi (quelli anni '70 del film) che invece sono più coerenti e giusti.

In una specie di strana struttura ad anello per la quale il film si apre e si chiude in maniera simile (ma non è la stessa scena), Un'Avventura trova la sua parte miglioreIn una specie di strana struttura ad anello per la quale il film si apre e si chiude in maniera simile (ma non è la stessa scena), Un'Avventura trova la sua parte migliore. Specialmente l'inizio impressiona, molto audace, in media res, pieno di stasi, silenzio, piccioni e una storia che è già partita, in cui i due protagonisti si stanno già separando perché qualcosa già non va bene mentre il titolo compare nel silenzio sottolineando il romanticismo e il desiderio di non fermarsi lì. Non è un momento musicale, ma proprio il silenzio e la consapevolezza che la musica arriverà sembrano una preparazione perfetta.

Purtroppo però in Un’Avventura si balla meno di quanto ci si aspetti e quelle rarissime volte in cui invece il film presenta una vera e propria coreografia (Dieci ragazze per me) è chiaro perché fino a quel punto fosse stato evitato. Purtroppo anche la parte canora non è a livello di un musical, Michele Riondino in particolare non pare in grado di sostenere un film intero cantando (in questo Laura Chiatti è decisamente più abile), per giunta nella parte di un musicista. Le musiche di Battisti-Mogol riarrangiate da Pivio e De Scalzi, poi, non sembrano essere all'altezza degli originali. Invece che girarci intorno e creare delle versioni alternative accattivanti, come Across The Universe aveva fatto con gli altrettanto intoccabili Beatles, l’impressione è che la musica sia stata asciugata e calmierata, resa più omogenea e in alcuni casi più parlata che cantata. Invece di una variopinta serie di variazioni di stile, Un'Avventura appiattisce quasi tutti i brani sui medesimi toni.

In questo senso la scelta interessante di non riproporre solo i grandi successi ma sfruttare anche canzoni un po’ meno note si trasforma in un boomerang, perchè visto il tipo di riarrangiamento, un repertorio dei brani più amati avrebbe almeno garantito un effetto Greatest Hits (il trucco che ha fatto la fortuna di Bohemian Rhapsody).

A tutto ciò dovrebbe supplire la narrazione, il racconto fiume di una storia d’amore fatta di addii e ritorni attraverso la storia del paese, ma il tutto si dipana in maniera episodica: una serie di stacchi e quadri che saltano di situazione in situazione senza mai coinvolgere davvero.

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