Unavowed, un'avventura grafica tra Neil Gaiman e H.P. Lovecraft - Recensione
La recensione di Unavowed, la nuova avventura grafica di Dave Gilbert
Unavowed è quindi un’avventura punta e clicca abbastanza classica, dal ritmo compassato e riflessivo. Per giocatori d’epoca, o per cultori del videogioco inteso in una certa maniera, come i classici degli anni ’90 ci hanno insegnato. Ma il team di sviluppo ha però inserito nella struttura di gioco degli elementi ruolistici, per rendere più denso e vario il gameplay.
La classica creazione del personaggio passa quindi attraverso una manciata di domande, come “chi sei?” e “che cosa facevi prima?”. C'è la possibilità di essere uomo o donna, un attore, un barista oppure un poliziotto. La scelta intrapresa non solo cambia l’incipit della storia, ma sbloccherà alcune possibilità narrative nel corso dell’avventura.
Nei panni dell’agente, ad esempio, ci ritroveremo nei primi minuti ad indagare riguardo degli strani eventi in un locale notturno, mentre nei panni del barista un nostro collega si sarà rinchiuso nel bagno del locale delirando, e spetterà a noi calmarlo. Ognuno degli incipit si risolverà in breve tempo in una maniera del tutto inaspettata (che non vi sveliamo volutamente) e porterà alla brillante intuizione di mettere il protagonista in una posizione scomoda, talmente tanto da ricevere le attenzioni della Unavowed, che come detto, finirà per trovarlo ed esorcizzarlo. C’è infatti un libro che, passando di mano in mano, costringe i possessori a compiere nefandezze di ogni tipo: tra di essi il protagonista, autori di una serie di omicidi dei quali non ha memoria.
"Proprio come in un gioco di ruolo, durante il corso della storia ci ritroveremo a girovagare con personaggi stravaganti, come stregoni in impermeabile e geni armati di sciabola"Comincia così l’appassionante vicenda, ben scritta e un po’ meno bene doppiata (il gioco è completamente in inglese) che ci porterà a conoscere una stravagante e inedita faccia della città, che strizza l’occhio al fantasy urbano di Neil Gaiman, con un po’ di Dylan Dog e tanto altro dell’immaginario del genere. Proprio come in un gioco di ruolo, durante il corso della storia ci ritroveremo a girovagare con personaggi stravaganti, come stregoni in impermeabile e geni armati di sciabola. Ognuno di loro avrà delle capacità peculiari, che andranno sfruttate per poter proseguire le indagini e capire come risolvere alcuni enigmi. Anche il protagonista avrà la possibilità di risolvere le situazioni in vari modi, che sia un barista chiacchierone, un poliziotto esperto in indagini oppure un abile attore in grado di intortare chiunque.
[caption id="attachment_188449" align="aligncenter" width="1792"] Dal punto di vista visivo, Unavowed offre idee notevoli[/caption]
I personaggi secondari sono interessanti da leggere, ben costruiti e capaci di intrattenere il giocatore in ogni momento. Più volte ci siamo ritrovati a voler parlare di gusto con l'uno o l’altro, per scoprire i lati del loro carattere, oppure il motivo per cui hano scelto di unirsi ad un’agenzia che vive sul filo del rasoio tra cacce ai demoni, artefatti magici, ed esorcismi.
Unavowed è in definitiva una produzione molto classica, completamente scevra da combattimenti dinamici e momenti di azione adrenalinica. Proprio per questo va apprezzato per i dialoghi, la sceneggiatura, ma soprattutto la messa in scena in pixel art, che denota cura e attenzione per i dettagli, così come la fotografia e l’impatto generale, davvero notevoli. Aiuta l’atmosfera senza dubbio, le cui tinte sovrannaturali e horror contribuiscono a creare un discreto affresco. Un buon titolo, che vi terrà impegnati per più di dieci ore abbondanti, con un discreto carico di rigiocabilità per via delle tre professioni da scegliere. Un’avventura grafica con dei guizzi moderni, non una moderna avventura grafica.