Una vita da Dug: la recensione
Una vita da Dug è un progetto semplice destinato ai più piccoli, ma riuscito nella sua leggerezza e semplicità: la recensione
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Non si può pretendere molto, ma al tempo stesso non si può dire davvero nulla di negativo su Una vita da Dug, spin-off del film Up. Tutto in questa produzione, che definire serie tv è già tanto, parla il linguaggio della semplicità. Si tratta di cinque cortometraggi della durata di meno di dieci minuti ciascuno che raccontano avventure "da quartiere" del cane Dug, che ormai vive insieme a Carl Fredricksen nella loro nuova casa. Un progetto semplice destinato ai più piccoli, ma riuscito nella sua leggerezza e semplicità.
Sono pensieri molto semplici, molto sinceri, che strappano qualche risata da parte di quello che era il personaggio più simpatico di Up. Torna il mitico tormentone "scoiattolo!" con il golden retriever che dovrà convivere con uno di questi nel giardino di quella che ormai è la sua nuova casa. E troveremo un Carl decisamente meno burbero, che ormai ha fatto tesoro delle lezioni apprese alle cascate Paradiso. La dolcezza del tocco Pixar è intatta in queste storie che non hanno molto da offrire sotto il profilo dell'intreccio, ma che rimangono un'occasione per passare dell'altro tempo con questi personaggi simpatici.