Una notte da dottore, la recensione

A differenza di quasi tutte le altre commedie italiane con talent di questo calibro Una notte da dottore è un film bilanciato

Critico e giornalista cinematografico


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Una notte da dottore, la recensione

Negli ultimi anni c’è sempre da meravigliarsi quando Diego Abatantuono esce (di poco sia chiaro) dai panni di Diego Abatantuono, cioè quando i suoi personaggi sì discostano un po’, un bel po’ o solo abbastanza dalla sua vera persona. Solitamente tendono ad essere vestiti più o meno come veste lui nelle apparizioni pubbliche (e questo avviene anche in Una notte da dottore), tendono ad avere il carattere dominatore che spesso ha avuto nei film passati (e questo avviene anche in una Notte da dottore) e l’umorismo è il suo, cioè non si adatta a quello del film, ma è il suo personale (e di nuovo anche questo avviene in Una notte da dottore). Quello che di più strano c’è è che qui Diego Abatantuono sta relativamente poco seduto (altro tratto di molti suoi ruoli), è raffreddato, ubriacone (quindi sempre un po’ fuori fase) e fustigato dal mal di schiena. Non è molto eh, ma ci accontentiamo, perché poi inevitabilmente nonostante questa strana forma di identità tra persona pubblica e personaggio, lo stesso Abatantuono funziona sempre, porta sempre gran ritmo in ogni scena e la maniera in cui piazza le battute o in cui interviene nei dialoghi, è sempre vivace di una vivacità tutta sua, una vivacità che vive del suo opposto, cioè di grande fermezza.

In Una notte da dottore, remake del film francese del 2019 Chiamate un dottore, è il dottore in questione, medico a chiamata che lavora in una nottata in cui il mal di schiena ad un certo punto lo blocca. Ma deve guadagnare. Siccome ha incrociato un rider, che in fondo fa un lavoro simile ma meno pagato e con meno tutele, gli propone per quella notte di fare lui il dottore, teleguidato al telefono tramite auricolare, così da stare fermo in macchina e non soffrire per la schiena dolorante. La dinamica comica a questo punto si scrive da sola, anche perché il rider è Frank Matano, ma ad un livello più narrativo l’opposizione tra un medico burbero e svogliato e un rider entusiasta di tutto e molto empatico crea il dottore perfetto.

La sorpresa è che questo film di Guido Chiesa è molto bilanciato! Non perché non sia caratteristica di Guido Chiesa, ma perché solitamente le commedie italiane con talent di questo calibro tendono molto a sbilanciarsi su di loro, sulla comicità e su toni esageratamente comici. Una notte da dottore invece fa di tutto per tenere un equilibrio, per non far troppo ridere né essere troppo serio. Sembra una banalità ma è quello di cui sono fatte le commedie e la ragione per cui molte di quelle che vediamo valgono poco, anche quando fanno ridere. Perché sono film sbilanciati e non riescono a dire niente di quel che vogliono dire anche quando quel che vogliono dire è molto semplice.

E semplice, molto semplice, lo è anche Una notte da dottore, sia chiaro. Ma la sensazione è che qualcuno (Chiesa stesso sicuramente ma magari anche Aronadio in sceneggiatura) abbia lavorato per creare un prodotto per una volta bilanciato e di colpo tutto sale a galla. La bravura (nota) di Abatantuono che non è solo un oneliner formidabile, e la bravura molto meno nota ma in realtà da esplorare di Matano, che non è solo una macchina eccezionale di gag demenziali, ma ha delle corde di dolcezza che nessuno esplora mai e invece sono fortissime.

Cosa ne pensate della nostra recensione di Una notte da dottore? Ditecelo nei commenti!

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