Una moglie bellissima


L'esistenza di una coppia semplice viene messa in crisi da un'offerta allettante. Personaggi risibili, regia dilettantesca e filosofia spicciola: il Pieraccioni style colpisce ancora...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloUna moglie bellissimaRegiaLeonardo PieraccioniCast

Leonardo Pieraccioni, Laura Torrisi, Gabriel Garko, Massimo Ceccherini, Rocco Papaleo, Francesco Guccini, Tony Sperandeo

 Uscita14 dicembre 2007

Di tutti i successi a sorpresa, quello costante e duraturo di Pieraccioni non finisce di stupirmi. Cosa ha di interessante questo comico mediocre e regista nullo da piacere così tanto ai nostri connazionali? Forse, sarà proprio la vacuità e il qualunquismo estremo, che evidentemente rappresenta bene l'italiano medio. Se è così, Una moglie bellissima, con la sua solita morale banalissima e i dubbi perfetti per essere discussi in un talk show, sarà un grande successo.

Iniziamo dalle note positive, anche perché si fa in fretta: Ceccherini (di gran lunga, come solito, la cosa migliore di queste pellicole) e in parte Rocco Papaleo. Veniamo invece ai problemi.
Intanto, anche se guadagna un sacco di soldi, qualcuno dovrebbe spiegare a Pieraccioni che monologare di fronte alla cinepresa non significa fare cinema. Ad un certo punto, rivolgendosi alla moglie, si chiede "ma che parlo da solo?". Appunto, a tratti è proprio così, peccato che non dica nulla di divertente. E se il Pieraccioni attore è semplicemente mediocre, quello regista mostra come solito una devastante sciatteria, che sarebbe (solo in minima parte) scusabile in un esordiente, ma che è vergognosa nell'ottava pellicola firmata. Tanto per capire la professionalità di certe scelte (se così si possono chiamare un abuso smodato di camera fissa e delle inquadrature risibili), prendiamo ad esempio una scena. Da una parte, il tramonto; dall'altra, il controcampo con i due protagonisti, che mostra dietro di loro una luce da due-tre di pomeriggio. Era proprio impossibile girare all'ora giusta? O almeno mettere un filtro notturno (lo faceva anche Ed Wood, perdinci!).

E la storia? Una semiscopiazzatura di Proposta indecente, senza neanche il minimo di coraggio della pellicola di Adrian Lyne (e ci voleva Pieraccioni per far sembrare Lyne coraggioso...), condita del solito maschilismo infantile di questo 'autore'. E non è solo la totale inconsistenza dei ruoli femminili (che non sono, semplicemente, maiale, come direbbe Ceccherini, ma purtroppo delle donne totalmente insulse) il problema, ma anche l'idea che per fare un film basta prendere un bel volto, perché le capacità recitative tanto non servono. L'idea poi di avere sempre dei legami con delle donne bellissime sullo schermo diventa sempre più fastidiosa, forse anche peggiore di Woody Allen (autore che peraltro ha un talento 'leggermente' superiore, anche nella sua attuale fase di crisi artistica) che ha dei legami cinematografici con donne che potrebbero essere sue nipoti.

Impossibile prendere sul serio un film in cui anche i peggiori problemi si risolvono magicamente in un attimo e in cui gli incidenti (che siano una barca che esplode o una boccia per i pesci che cade) non hanno praticamente conseguenze.
Verrebbe voglia di parlare di fallimento totale. Peccato che fallisce chi osa, mentre Pieraccioni è l'emblema del vuoto totale che sembra avvolgere sempre di più il nostro Paese. E che la sua demagogia rappresenta perfettamente..

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