Una Gru Infreddolita – Storia di una Geisha, la recensione

Abbiamo recensito per voi Una Gru Infreddolita - Storia di una Geisha, opera di Kazuo Kamimura edita in Italia da J-Pop

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Dopo Lady SnowbloodJ-Pop dà alle stampe un altro capolavoro del maestro Kazuo Kamimura: Una Gru Infreddolita – Storia di una Geisha (Itezuru). Apparso tra il 1974 e il 1980 sulle pagine della rivista Big Comic, edita da Shogakukan, è stato pubblicato in formato monografico nel 1992 e successivamente nel 1996. Entrambe le edizioni, però, sono prive dell'ottavo e del tredicesimo capitolo, come pure le versioni francesi e spagnole del manga; solo quella di J-Pop, dunque, vanta per la prima volta - e in esclusiva - la presenza di tutti e sedici gli episodi che la compongono, grazie all'eccellente lavoro di traduzione e cura del professor Paolo La Marca.

La vicenda è ambientata agli inizi dell’epoca Showa (1926 - 1989) e alcuni dei suoi avvenimenti più drammatici - come l’Incidente di Mukden (1931), durante il quale l'Impero del Sol Levante invade il nord della Cina - le fanno da sottofondo. È un Giappone in piena espansione economica e politica, in cui comincia a farsi strada una forte propaganda nazionalistica e militaristica, catturata dalle pagine del fumetto.

La trama è incentrata su Tsuru, una bambina che viene venduta a una okiya, una casa di geishe. Il suo nome - o meglio soprannome - che rimanda al titolo dell'opera, significa "gru" in lingua nativa, perché la piccola è abituata da quando badava ai bambini piccoli del suo villaggio a restare in equilibrio su una gamba, proprio come l'aggraziato uccello, nel tentativo di riscaldare a turno i piedi scalzi.

La seguiamo dal suo arrivo in città, nella speranza di abbandonare la povertà della campagna e diventare ricca e famosa per aiutare i suoi fratellini. Deve sottostare a una dura fase di apprendistato in cui è solo una shikomikko e può rivolgersi con deferenza alle compagne adulte chiamandole "oneesan" ("sorella maggiore"). All'interno dell'okiya si instaura una sorta di clima familiare tra i suoi membri, che sono esclusivamente di sesso femminile. Tutto è in mano alla okami-san, o mama-san ("madre"), che governa e dispone con rigore e, al contempo, dolcezza.

Crescere e formare geishe colte e famose è motivo di prestigio e fonte di guadagno; ognuna viene affidata a un danna, che è molto più di un protettore: a lui si concederanno per prime, ancora vergini, nel mizuage, una sorta di iniziazione al mestiere. Il danna è colui che si occupa di loro, le coccola e soprattuto si fa carico delle esorbitante spese per la loro cerimonia di presentazione in pubblico.

La struttura del manga è suddivisa in due parti speculari e distinte: l'adolescenza e la maturità della protagonista. Attraverso le sue avventure l’autore ricostruisce un mondo ormai quasi del tutto perduto in cui eleganza, talento, avvenenza - ma anche tristezza, dolore e solitudine - sono tutti aspetti di un'unica e inscindibile realtà. Kamimura ritrae con una capacità unica donne egoiste, ribelli, ambiziose, appassionate, innamorate, vittoriose e sconfitte. Le descrive in carne e ossa, ne mostra difetti e pregi, osservando loro sempre estremo rispetto, quello che non serba alle figure maschili.

Una Gru Infreddolita dà splendida forma e intensi contenuti a un soggetto complesso, articolato; diviene strumento e occasione per toccare vari aspetti della società e dell'animo umano che sono universali, non solo appartenenti al popolo nipponico. Questa commedia umana, sviluppata e resa fluida da una narrazione sequenziale di apparente semplicità, nasconde una tecnica magistrale. Lo stesso tratto di Kamimura, scarno ed essenziale a una analisi superficiale, rivela a uno sguardo più attento una finezza, un dinamismo e una plasticità eccezionali.

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