Un uomo vero: la recensione
Al netto di solide performance, Un uomo vero appare eccessivamente slegato per fornire una coesa esperienza di visione
Adattata dall'omonimo romanzo di Tom Wolfe del 1998 da David E. Kelley (Big Little Lies, The Undoing, Nine Perfect Strangers) Un uomo vero non è una serie facile da definire, poiché appare un prodotto spezzato a metà tra satira anti Trump (fatta di affaristi senza scrupoli che misurano, figurativamente e non, il proprio valore sulla lunghezza del proprio pene) ed una denuncia sociale, in uno strano risultato finale poco coeso, ma non per questo spiacevole da guardare.
La storia di Charlie Croker in Un uomo vero
Da un lato del ring abbiamo Charlie Croker (magnificamente interpretato da Jeff Daniels), ex stella del football universitario e magnate del settore immobiliare, una prominente figura politica nella città di Atlanta che vive nell'illusione di essere un grande uomo d'affari e che tuttavia si ritrova a dover far fronte ad un buco di più di 1 miliardo di dollari in debiti dovuti alle banche.
Dall'altro abbiamo invece la più classica rappresentazione del "middle man" nel personaggio di Raymond Peepgrass (Tom Pelphrey), un agente di prestito che, assieme al suo capo Raymond, Harry Zale (Bill Camp), vuole fare di tutto per distruggere Charlie e la sua reputazione, mandandolo in bancarotta.
Nonostante la trama dedicata alla battaglia tra i due contendenti possa sembrare un classico esempio del Davide contro Golia, nessuno dei due personaggi rappresenta in alcun modo un esempio positivo ed entrambi proseguono nel loro cammino assestando colpi bassi e cercando di prevalere sull'altro, giocando ad un gioco in cui sembra destinato a vincere solo chi urla più forte, in un'evidente critica satirica di quella che è diventata la politica americana (ma non solo), grazie al capitalismo ed al trumpismo.
Se infatti, per quanto concerne Charlie Croker, si possa arrivare alla conclusione che sia un uomo arrivato al successo grazie alla fama guadagnata con il suo passato sportivo, con poca consapevolezza di come si gestisca però un impero economico, che tende principalmente a sperperare per interesse personale, viene invece lasciato davvero poco spazio per comprendere le motivazioni dell'odio profondo provato da Raymond Peepgrass nei confronti di Charlie, se non un'evidente frustrazione nata in buona parte dall'invidia, tanto da rendere le sue azioni non meno riprovevoli di quelle del protagonista della serie, soprattutto quando decide di sedurre l'ex moglie di Charlie (verso cui viene lasciato intendere che prova una certa attrazione, come se questo fosse sufficiente a giustificare il suo comportamento), pur di colpire il suo nemico numero uno.
Ed a tal proposito, nonostante la presenza di Diane Lane e Lucy Liu nel cast della serie di Netflix, alle quali viene dato un materiale davvero povero con cui confrontarsi in termini di sceneggiatura, non aspettatevi che, di conseguenza, i personaggi femminili abbiano un qual si voglia ruolo all'interno della trama di Un Uomo Vero, se non quello di essere strumentali al racconto dei protagonisti maschili, rimanendo incastrate in cliché davvero poco degni come "l'ex moglie vendicativa", "la giovane moglie trofeo", "la compagna sostenitrice" e via dicendo.
La storia di Conrad Hensley in Un uomo vero
Nonostante Un uomo Vero sia dominata per lo più da personaggi senza scrupoli, esiste un'evidente eccezione, ma è così fuori posto nello svolgimento della trama, che quando si segue la sua storia si ha quasi la sensazione di guardare un altro show.
Conrad Hensley (Jon Michael Hill) è un onesto operaio di fabbrica nonché marito di Jill (Chanté Adams), l'assistente esecutiva di Charlie che, in seguito ad una colluttazione con un poliziotto per una semplice effrazione legata ad un parcheggio, malauguratamente, finisce per colpirlo con un pugno reagendo ad un eccessivo uso della forza da parte dell'agente, il che lo porterà ad essere arrestato ed a vivere un vero e proprio incubo mentre si perde nelle maglie del sistema giudiziario della Georgia, che tutto sembra tranne essere equo, soprattutto nei confronti degli afroamericani.
Assistito da Roger White (Aml Ameen), avvocato civilista messo a disposizione da Charlie, la trama dedicata a Conrad Hensley è forse la parte più interessante della serie (il che è comprensibile, considerato come David E. Kelley sia un ex avvocato con un debole per le serie che si svolgono in un tribunale) e mostra in ogni suo più cruento dettaglio la spaventosa esperienza vissuta da lui vissuta mentre un uomo perbene, che ha fatto una scelta poco oculata riceve una punizione eccessivamente severa per il reato commesso e viene rinchiuso in carcere e costretto a combattere quotidianamente per difendere la sua stessa vita, portando in superficie un'aggressività che, pur facendo evidentemente parte del suo vissuto, non gli si confà come persona.
Nonostante Un Uomo Vero sia quindi una serie caratterizzata da solide performance da parte di tutti i membri del cast (quando la sceneggiatura gliene dà l'opportunità), i personaggi sembrano mancare di quello spessore necessario a renderli davvero interessanti e soprattutto completi e sebbene sia evidente lo sforzo di creare un contrasto tra la storia di Charlie e quella di Conrad, in rappresentanza di due distinte realtà che mettono a nudo la moderna società americana, le loro storie risultano eccessivamente slegate per fornire una coesa esperienza di visione.
La miniserie Un Uomo Vero è disponibile su Netflix da giovedì 2 maggio 2024.