Un romantico a Milano, la recensione

Abbiamo recensito per voi Un romantico a Milano, la nuova graphic novel di Sergio Gerasi

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Aspettativa (s.f.). Lo stato o condizione di spirito che, nel processo delle emozioni umane, è preceduto dalla speranza e seguito dalla disperazione.

Assecondare le proprie inclinazioni, affaticarsi per raggiungere i primi obiettivi, continuare a investire forze e tempo per un sogno che si avvicina sempre più, creare aspettative in noi stessi e in chi ci sta vicino, ostinarsi contro il destino e le avversità per poi arrivare a un bivio: riuscire nei propri propositi oppure fallire. Death or glory becomes just another story, come cantavano i Clash in uno dei loro brani di London CallingDrogo Colombo e Fermo, protagonisti della nuova graphic novel di Sergio Gerasi intitolata Un romantico a Milano, edita da BAO Publishing, incarnano esattamente questa condizione.

Un romantico a Milano, anteprima 01

Il primo è un artista che conduce una vita tranquilla, lavora come illustratore di libri per bambini e da poco ha acquistato una casa dove vive con la moglie, in attesa del primo figlio. Eppure, Drogo convive con una perenne condizione di frustrazione per le aspettative tradite, le occasioni mancate. Perso tra le vie e i bar di Milano, brucia le sue giornate bevendo cocktail e cimentandosi in ardite discussioni in compagnia di Alda Merini, Dino Buzzati, Bruno Munari e Piero Manzoni, menti eccelse che con la propria arte hanno segnato il Novecento e trasformato la città meneghina in un punto nevralgico della cultura italiana e non solo.

Fermo, dal canto suo, ha provato la gioia di essere travolto dal successo con la sua prima opera a fumetti: belle donne, feste e presentazioni a sancire una consacrazione giunta in maniera inattesa e per certi versi del tutto inspiegabile; sì, perché nemmeno ricorda come sia nato il suo esordio autoriale, e ora, immobile davanti allo schermo del suo computer, è alla ricerca di uno spunto per il secondo libro, un guizzo che gli permetta di superare l’impasse da blocco della pagina bianca e perseguire il suo obiettivo: vivere per sempre.

La terza prova completa di Gerasi si presenta come un viaggio onirico nella mente e nel cuore dei suoi personaggi, un percorso visionario che, come in un processo di catarsi, attraversa il nichilismo e l’autolesionismo di Drogo, sviscera le ansie e le paure di Fermo e, infine, ricongiunge i due diversi percorsi per lanciarsi in un’accurata analisi sull’arte e sul processo creativo.

Un romantico a Milano, anteprima 02

La vita dei due protagonisti offre al loro creatore lo spunto per un’amara riflessione sul mestiere dell’artista - nello specifico, del fumettista - in perenne bilico tra gloria e oblio, tra riconoscimenti e frustrazioni. La conoscenza diretta della materia trattata permette a Gerasi di essere più circostanziato, attento nel ricostruire situazioni tragicomiche che meglio restituiscono il disagio di Drogo, Fermo e, più in generale, di chi opera nel settore.

Come nel precedente romanzo grafico, In inverno le mie mani sapevano di mandarino, Milano è una costante che ritorna e contribuisce alla riuscita della storia; se in quel caso, però, la città dialogava con Nani grazie alla sua fisicità, alla bellezza delle architetture e delle scenografie, qui si trasforma nei volti e nelle opere delle grandi menti di cui sopra. Il confronto è dunque più personale e sentito, denota il forte legame tra Gerasi e Milano, esplicita quelle radici romantiche – nel senso letterario del termine – che da sempre rappresentano una costante nei suoi lavori.

Sin dalle sue prime battute, la lettura scorre fluida, perfettamente bilanciata tra la molteplicità dei toni e degli umori utilizzati. La vicenda si sviluppa lungo diverse linee temporali che si intersecano e spesso si sovrappongono. Nonostante questa varietà, il Gerasi sceneggiatore non perde mai la bussola, mantiene salda la guida e ben chiara la direzione da imprimere al racconto. Splendidamente articolata, questa graphic novel svela gradualmente il suo fascino, lasciando il lettore con tanti interrogativi che solo nell'epilogo sembrano trovare una risposta.

Un romantico a Milano, copertina regular di Sergio Gerasi

Osservando il percorso intrapreso dal Gerasi disegnatore, invece, possiamo affermare che Un romantico a Milano rappresenta il punto più intimo, maturo e riuscito della sua intera produzione; in particolare, è evidente come il forte travaglio interiore l'abbia condotto verso lidi lontani rispetto a quanto espresso in precedenza, spingendolo a intraprendere un’affascinante trasformazione artistica. Abbandonato il tratto grottesco, l’autore adotta una linea pulita, sintetica, vicina a soluzioni utilizzate da Cyril Pedrosa, Gipi e Alberto Madrigal. La veste decisamente più personale contribuisce a conferire a Un romantico a Milano un’aura delicata e poetica: romantica, appunto. Questa sensazione è implementata per la prima volta dall’utilizzo del colore, curato insieme a Marco Zambelli. L'adozione di palette differenti, che si alternano come gli stili narrativi seguendo le fasi del racconto, risulta funzionale ed esalta la poliedrica sceneggiatura.

In chiusura, non possiamo non rimarcare il grande talento di un autore che, dopo ogni opera, amplia il proprio bagaglio tecnico e riesce a sfruttare le molteplici sfumature del medium Fumetto grazie a una caparbietà e a una bravura invidiabile.

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