Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F, la recensione
Il ritorno di Un piedipiatti a Beverly Hills è tutto giocato in difesa, non entusiasma ma è corretto, ed Eddie Murphy è in forma
La recensione di Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F, il quarto film della serie Beverly Hills Cop, disponibile dal 3 luglio su Netflix
Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F non è Il principe cerca figlio, l’allucinante film sequel di Il principe cerca moglie che Eddie Murphy aveva consegnato a Prime Video, ma un buon film della serie Beverly Hills Cop che viene consegnato a Netflix. Non è merito delle piattaforme ovviamente ma, una volta tanto, della produzione. Stavolta il potere non è nelle mani della società di Murphy che per Il principe cerca figlio scelse il regista del remake di Footloose e gli sceneggiatori di Il professore matto, ma in quelle di Jerry Bruckheimer, gigantesco produttore di film d’azione (quelli di Michael Bay e ovviamente del primo film della serie) che, nonostante l’età, è ancora in grado di scegliere un regista di pubblicità che replichi lo stile giusto e degli sceneggiatori che sappiano imitare quelle trame e quell’ironia. In tempi di remake e sequel spregiudicati Dio salvi i buoni produttori!
Questo non è certo il miglior film della serie e non concorre nemmeno per esserlo, è un capitolo che replica tutto, non è brutto e cerca di non farsi nemici. Gioca in difesa, e come molto spesso accade per la parte migliore dei prodotti di Netflix, si lascia guardare senza rimanere impresso ma anche senza infastidire. La cosa migliore che si può dire sul film è che è corretto, che Eddie Murphy (il cui senso della commedia è precipitato nei decenni) non fa danni, anzi in più momenti è un valore aggiunto. A sprazzi si vede pure una buona idea d’azione. Certo, azione anni ‘80, azione come si intendeva una volta, ma in fondo cosa guardiamo a fare il quarto film della serie Beverly Hills Cop, 40 anni dopo il primo, se non per quello?