Un padre, la recensione

Modellato su tutti i temi che reggono gli spettacoli di Kevin Hart, Un padre sceglie di non usare il suo talento comico

Critico e giornalista cinematografico


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Un padre, la recensione

Ci sono tutti i temi più classici e facili della stand up comedy in Un padre. Al contrario di molti altri film realizzati in precedenza da Kevin Hart (che da lì viene), alcuni con una patina di action comedy, altri fondati sulle dinamiche a due (anche con Dwayne Johnson), questo è un assolo che si libera anche della controparte femminile e che, sulla carta, tratta tutti i temi che poi si trovano nei suoi spettacoli. Dalla difficoltà di essere padre, ai piccoli problemi quotidiani, fino alle crisi di mascolinità di fronte ai rapporti con l’altro sesso e le aspettative della comunità di riferimento (nel suo caso quella afroamericana). Nonostante sia fondato sulla storia di un uomo che diventa padre di una bambina e fatica a tenere il passo del nuovo ruolo, Un padre svicola le possibilità di sfruttare repertorio e abilità comica del suo protagonista e sceglie la chiave drammatica, affidando la commedia ad altri.

Per strano che possa sembrare in un film in cui Kevin Hart è protagonista l’umorismo, nella maggior parte dei casi, non è affidato a Kevin Hart, ma più che altro a Lil Rel Howery, la sua spalla nei panni dell’amico senza figli che lo coadiuva goffamente e con invadenza a crescere da solo una bambina dopo che la madre è morta a seguito del parto.
Tagliata via la mamma Un padre può quindi concentrarsi sulla figura di un uomo alle prese con le questioni femminili, che non sono ovviamente pannolini e passeggini (affrontati invece assecondando lo stereotipo del maschio) ma le sensazioni di inadeguatezza, i sentimenti contrastanti, il bisogno di trovare un’altra persona nella propria vita e la fatica nel gestire il ricordo della precedente. Tutto ha molto più senso se si tiene presente che al comando c'è Paul Weitz già regista e sceneggiatore di About a Boy.

Non che non sia divertente Un padre, lo è moderatamente, ma cerca di fare un ritratto più amaro del solito di un uomo sentimentale. Se tuttavia non ci riesce in pieno è perché non ha mai il coraggio di dare profondità al protagonista. I suoi pensieri sono più puri delle sue azioni, le sue intenzioni non sono mai offuscate dalla propria convenienza. Come gli eroi d’azione senza paura, anche questo eroe di commedia amara può contare unicamente su una schiena drittissima e sull’amore per la figlia. In questo modo il film mette in fila piccole grandi disavventure o tentativi sentimentalmente probanti di costruire una nuova vita ma non riesce ad essere quel che vorrebbe: la storia emotiva di come un rapporto stretto con una figlia si riveli più sfaccettato umano e complesso di quello che il padre credesse.

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