Un inganno di troppo: la recensione

Un inganno di troppo è una serie piena di colpi di scena, il cui personaggio più interessante non è la sua protagonista

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Con Un inganno di troppo, la sua prima serie del 2024, Netflix sembra voler rassicurare il proprio pubblico che nonostante gli scossoni degli ultimi mesi nulla è cambiato, proponendo uno dei suoi più classici prodotti, un nuovo adattamento dell'omonimo romanzo del prolifico e premiatissimo autore Harlan Coben che, dopo una lunga collaborazione con la piattaforma streaming, ha rinnovato da poco il suo contratto per altri 4 anni.

A differenza del romanzo di Coben la storia della trasposizione televisiva di Un inganno di troppo è ambientata in Inghilterra dove, secondo l'autore stesso, la differenza di classe tra la protagonista Maya Stern (Michelle Keegan) e la famiglia del defunto marito Joe Burkett (Richard Armitage), rampollo di una ricca e tradizionale famiglia inglese, risulta persino più efficace che nel romanzo, ambientato invece negli Stati Uniti.

Di cosa parla Un inganno di troppo

Dopo un flashback di cui si chiarirà l'origine solo alle fine della serie, Un inganno di troppo inizia con il funerale del marito di Maya, ucciso in un agguato proprio di fronte alla moglie, un'ex militare che soffre di disturbo post traumatico da stress, che ha dovuto lasciare il servizio in seguito ad un video in cui la si vede aggredire un civile. Come molti dei personaggi di Coben, Maya è una donna forte, ma bloccata dai traumi che ha vissuto, tra cui quello della perdita della sorella Claire (Natalie Anderson), uccisa in seguito ad un'aggressione violenta subita in casa, che cerca di ritrovare una parvenza di normalità per il bene della figlia.

Quando un'amica le regala una cornice con una microcamera per controllare la figlia, Maya vede nelle immagini registrate il marito e da qui, e negli 8 episodi della miniserie, si seguiranno non solo gli sforzi della protagonista per capire cosa sia accaduto davvero al marito e perché non sia morto, ma anche le indagini del detective Kierce (Adeel Akhtar) per trovare l'assassino di Joe.

La scoperta fatta da Maya la mette in una posizione complicata poiché, dopo che la sua babysitter fa sparire il filmato in cui ha visto il marito, crederle diventa difficile ed i suoi precedenti non l'aiutano, soprattutto quando la suocera continua a minacciarla di levarle la custodia della figlia facendola internare a causa dei suoi traumi.

Tra lotta di classe e un personaggio particolarmente interessante

Se amate le serie inglesi, vi renderete conto che Un inganno di troppo è in tutto e per tutto simile al genere che caratterizza queste produzioni di Netflix, che garantiscono un leggero passatempo senza impegnare troppo lo spettatore, con un'unica differenza evidente, costituita dal personaggio del Kierce (Adeel Akhtar), un uomo sensibile e paziente, la cui storia costituisce probabilmente la più interessante diversione dalla trama principale, che si rivelerà comunque piena di colpi di scena.
Kierce è infatti un ex alcolista sul punto di sposarsi ed in procinto di avere un bambino, la cui vita viene sconvolta quando viene colpito da una serie di blackout che gli provocano degli svenimenti. Dopo aver inventato una scusa con i superiori per giustificare un incidente avuto con la macchina di servizio ed aver assicurato loro di non aver ripreso a bere, gli viene affiancato un giovane collega per il caso di cui si sta occupando, che si rivela molto più attento di ciò che lo stesso detective non sospettasse, mostrandosi un aiuto fondamentale nel difficile momento che sta vivendo per lo più da solo, terrorizzato all'idea di condividere il suo stato di salute con la fidanzata incinta. Nonostante le circostanze, la sua storia apparentemente tragica, riserva anche lo spazio a quell'umorismo inglese a cui questo genere di serie ci ha abituati, il che fornisce quella leggerezza di cuiquesto prodotto necessita per trasformarsi in una piacevole esperienza di visione.

Come molte serie Netflix, il problema più grande di Un inganno di troppo è che tende a trascinarsi troppo per i suoi 8 episodi, ma nel complesso, performance dei protagonisti e colpi di scena ne fanno un prodotto godibile.

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