Un anno senza te, la recensione

Abbiamo recensito per voi Un anno senza te, graphic novel scritta da Luca Vanzella e disegnata da Giopota

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Un anno senza teAntonio sta frequentando la facoltà di Storia Medioevale all'Università di Bologna. Ha davanti a sé l'ultimo anno, durante il quale dovrebbe completare la tesi, ma la sua mente e il suo cuore sono concentrati su tutt'altro: dopo una relazione di qualche mese, Tancredi ha infatti deciso di lasciarlo, e il ragazzo è emotivamente distrutto. Un anno senza te racconta i dodici mesi in cui Antonio deve fare i conti con la sensazione di abbandono e con la solitudine, circondato da amici e coinquilini che cercano di rimetterlo in gioco facendolo uscire di casa per conoscere nuove persone.

Le origini di questo volume risalgono a un paio di anni fa, quando Luca Vanzella e Giopota realizzano Gennaio, breve fumetto di una ventina di pagine pubblicato online. A quella storia ne sarebbero dovute seguire altre dedicate ai restanti mesi dell'anno; ma il progetto acquista una forma più omogenea sotto l'ala di BAO Publishing, che stimola i due autori a presentarlo sotto forma di graphic novel. E così, quel "gennaio" lo troviamo in versione riveduta e corretta tra i dodici mesi che scandiscono la graduale accettazione della fine del legame da parte di Antonio.

Lo scenario della vicenda è una Bologna magica, e non si tratta di un'iperbole: il santuario di San Luca che svetta sul capoluogo emiliano diventa un faro; gli abitanti non si spostano in bus, ma usano mongolfiere e dirigibili; una nevicata non è composta da minuscoli cristalli di ghiaccio, ma dalla caduta di teneri conigli bianchi. Si tratta di un mondo surreale che rende ancora più poetico il racconto, una narrazione che evade dalla realtà per raccontarla tramite situazioni surreali, adottando un trattamento simile anche per i suoi personaggi: c'è chi per qualche pagina vede stravolte le sue dimensioni diventando una creatura minuscola, oppure un mostro enorme, e c'è chi riesce a moltiplicarsi e a interagire con le diverse versioni di se stesso; ma il tutto avviene per esprimere in modo più efficace situazioni e sensazioni con cui molti di noi hanno dovuto fare i conti.

Un anno senza teVanzella scrive quella che nel mercato dei manga verrebbe classificata come slice of life, ovvero una storia composta da scene ordinarie prese dalla vita di una persona; gli elementi sovrannaturali di cui sopra riescono però a dare un ulteriore valore aggiunto a una vicenda che sarebbe già godibile di per sé.

Antonio deve fare i conti con la sua voglia di restare da solo per metabolizzare quello che è successo, il desiderio di tornare con Tancredi o di trovare qualcun altro con cui iniziare una relazione. Si tratta di un processo di maturazione personale che lascerà il lettore con una morale in grado di riempire il cuore, ma ottenuta tramite una serie di esperienze e momenti di straordinaria quotidianità.

Le tavole di Giopota sono una gioia per gli occhi, caratterizzate da colori accesi e vignette prive di margine che accompagnano il delicato scorrere della trama. I personaggi sono stilizzati, disegnati in modo cartoonesco con occhi ed espressioni facciali pronte a deformarsi per esprimere al meglio le emozioni, senza mai perdere un briciolo della loro credibilità come figure umane. Anche i fondali sono semplici, spesso realizzati da una tinta monocromatica che accompagna i protagonisti, ma quando occorre fa capolino una rappresentazione efficace delle architetture bolognesi, tra portici e piazze riconoscibili a chi ha visitato la città.

Un anno senza te è un nuovo gioiellino del fumetto italiano, un volume che si merita di essere scoperto e apprezzato dal grande pubblico. Una conferma dell'efficacia della politica di talent scout BAO Publishing, alla continua scoperta di giovani artisti italiani a cui affidare progetti ambiziosi, che nella maggior parte dei casi si rivelano graditissime sorprese.

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