Ugo Foscolo: Indagatore dell'Incubo, la recensione

Abbiamo letto e recensito per voi Ugo Foscolo: indagatore dell'incubo, la nuova irriverente storia scritta e disegnata da Davide La Rosa

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Nasce ufficialmente il La Rosa Universe, sotto il marchio di saldaPress, e ha grandi  basette rosse in evidenza. Ugo Foscolo: Indagatore dell'Incubo prosegue sulla scia di Paco Lanciano e il Fagiano Crononauta, con un'avventura che fa riferimento diretto a tutti i topos della narrazione di genere. Se nel caso dell'assistente televisivo di Piero Angela non poteva che essere la fantascienza il contenitore dell'ironia di Davide La Rosa, sin dal titolo è chiaro che il bersaglio di questo nuovo volumetto è il fumetto dell'orrore.

Il letterato nato a Zante e cittadino della Repubblica di Venezia, il poeta che portò in Italia i temi del romanticismo negli anni dell'ascesa napoleonica, l'intellettuale vagabondo ed esiliato tormentato dall'assenza di una patria diventa un detective esperto di mostri e zombi proprio come Dylan Dog. Come sempre, La Rosa ha fatto benissimo i compiti a casa e la scelta del suo protagonista non è affatto casuale. Foscolo è il poeta di Dei Sepolcri, uno dei componimenti più importanti della nostra letteratura e un carme dedicato all'importanza della sepoltura, della memoria dei propri scomparsi. Ma non solo: si tratta dello scrittore che inneggiava alla sera come alla "fatal imago" della morte e alla morte come consolazione di ogni sventura che l'uomo è condannato a sopportare su questa terra. Non proprio un'allegrone, insomma, ma certamente un grande della nostra poesia che si presta a una parodia di genere horror.

E infatti il nostro Foscolo si trova a combattere mostri improbabili fatti di insaccati e creati da vegani risentiti, spiriti razzisti e xenofobi che uccidono le loro vittime a colpi di irragionevolezza, orde di zombi creati da oscuri personaggi che hanno un evidente piano per conquistare il mondo. I tratti di stile delle storie di La Rosa sono ben noti: fumetto disegnato male, avventura che ripercorre i classici luoghi comuni delle storie pulp, ironia verbale affidata a dialoghi taglienti che colpiscono là dove fa male l'immaginario collettivo e il bigottismo politico, morale e religioso. Il tutto mescolato assieme nella particolarissima visione del mondo di un fumettista che non sa disegnare (ve n'eravate accorti?).

Il talento comico venuto dal web non lascia molte alternative: o si decide di stare al suo gioco, fuori dagli schemi di quel che definiremmo "fumetto di qualità", o non può che provocare fastidio o indifferenza, viste le sue prese di posizione, sia artistiche che personali, sempre nettissime e polarizzanti. Ugo Foscolo: Indagatore dell'Incubo non fa eccezione. Se leggere La Rosa vi riporta ai tempi del liceo, vi regala quel godimento nostalgico delle strip realizzate dall'amico simpatico tra un'ora di inglese e una di chimica, se apprezzate il sarcasmo pungente e il gusto del paradosso, probabilmente lo adorerete. Se cercate in un fumetto le trame articolate di Rick Remender e i disegni di Gabriele dell'Otto, ci sentiamo in dovere di consigliarvi altri approdi.

Noi potremmo stare ad ascoltare l'Ugo di La Rosa, lucidissimo nello sfruttare l'effettiva poetica del grande scrittore come scusa per creare situazioni comiche, per ore. E certamente attenderemo i prossimi capitoli della vera e propria saga che questo volume inaugura, la trilogia (forse tetralogia) annunciata recentemente a Lucca Comics 2015, che vedrà protagonisti dei prossimi libri i colleghi Giacomo Leopardi e Giuseppe Parini, rispettivamente in una crime story e in un'avventura a spasso tra le stelle.

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