Tyler Rake 2, la recensione
Come e più del primo Tyler Rake 2 alza la posta e si conferma cinema di performance prestazione, la nuova forma di azione americana
La recensione di Tyler Rake 2, disponibile su Netflix dal 16 giugno
Tyler Rake è l’emblema dell’azione su piattaforma, la punta produttivamente più avanzata di una forma di azione serissima, non contaminata da commedia (come era per esempio Red Notice) e tecnica (ben più di The Gray Man), cinema di spionaggio e intrigo, con fucili portati vicini al petto e arti marziali precisissime. Tyler Rake 2, come il primo, è cinema di prestazione. Prestazione della troupe chiamata a lavorare sequenze che necessitano di un livello di precisione e dedizione non comuni e prestazione degli attori, gli stuntman e tutti quelli davanti all’obiettivo. E nel momento in cui un film di prestazione come questo si fa ancora più tecnico, ancora più audace, ancora più ambizioso, grandioso ed estremo nell’azione, con piani sequenza ancora più lunghi (digitali, non reali ma ai fini della visione poco importa perché sono molto ben collegati), beh allora è chiaro che è migliorato. Il resto non conta.
Sam Hargrave, regista già del primo, è un’ex stuntman, come David Leitch (John Wick, Atomica Bionda, Hobbs & Shaw). E come lui è interprete di una forma completamente nuova per l’America di cinema d’azione che sposta i pesi e lo sforzo dalla scrittura sulla performance, che trova una strada americana alle idee di spettacolo asiatiche. E per quanto i film di Tyler Rake, come spesso accade su piattaforma, non riescano ad incidere nel discorso sociale non ci sono dubbi che siano importantissimi, per non dire cruciali nel processo di creazione di un filone e di una nuova idea di cinema d’azione proprio a partire dalla performance, aggiustando quello che in John Wick è più debole, cioè l’interprete (ma senza la totale follia stilistica di quei film lì). Chris Hemsworth più che un attore (altrove lo è) qui è un corpo dedito alla causa come il suo personaggio, una macchina instancabile. Ha la credibilità (che è tutto in questo genere) ma è soprattutto lo strumento giusto per cambiare qualcosa. E i Russo trovano in questi film la loro dimensione migliore, svincolata da ambizioni di scrittura e calata nella professionalità del mestiere.
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