Two Lovers

Un uomo con problemi psichici si ritrova combattuto tra due donne e importanti questioni familiari. Una pellicola magnifica e ispirata, con un Joaquin Phoenix straordinario...

Condividi

Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloTwo LoversRegiaJames Gray
Voci originali
Joaquin Phoenix, Gwyneth Paltrow, Vinessa Shaw, Moni Moshonov, Isabella Rossellini, Elias Koteas
Uscita27 marzo 2009 

In queste ultime settimane, di Joaquin Phoenix si è decisamente parlato tanto. Descritto da molti come una persona fuori di testa o magari invece come un simpatico imbroglione, le sue immagini al David Letterman Show hanno fatto il giro del mondo. Sarebbe bello, invece, che il pianeta lo vedesse in Two Lovers. Flop notevole negli Usa (e sicuramente gli sberleffi all'attore protagonista non hanno aiutato), ma soprattutto immeritato. Perché dopo aver visto cosa fa Phoenix in questo film, la prima cosa che ti viene in mente (oltre al fatto che dovrebbe essere candidato ai prossimi Oscar, cosa che purtroppo non avverrà) è quella di pregare e sperare veramente che tutta questa vicenda dell'abbandono delle scene sia uno scherzo.

Semplicemente, il cinema moderno non è così ricco di grandi attori da poter fare a meno di lui. Phoenix crea un personaggio confuso e complesso, ma sarebbe troppo facile ironizzare e dire che non deve neanche recitare. La verità è che ogni suo sguardo o movimento è frutto sia di un lavoro notevole, ma anche decisamente sincero. Ecco, 'sincero' è forse la parola che meglio descrive questo film. Dai dialoghi ai personaggi, dal modo di raccontarli su carta al lavoro dietro alla macchina da presa, tutto è all'insegna di una verità profonda che non manca mai di lasciare ammirati.

James Gray ci ricorda ancora una volta che il regista che avevamo scoperto e amato, ormai quindici anni fa, in Little Odessa non era un fuoco di paglia. Basta vedere la bravura con cui non cerca mai di far notare il suo lavoro, ma lascia spazio ai suoi fantastici interpreti, con uno stile minimalista che tuttavia ha delle varianti molto eleganti. Pensiamo al modo in cui vengono girate le scene sul tetto. O a dei ralenti elegantissimi e lontani anni luce dall'utilizzo che ne fa Zack Snyder di questo procedimento, sia per qualità che per quantità. Così come il tono che non eccede mai (mi sarei aspettato sfuriate terribili da parte del protagonista, che per fortuna non arrivano) è meraviglioso.

L'unico difetto che si può trovare alla pellicola è che, nella seconda parte, l'evoluzione della storia è facilmente prevedibile, così come il finale (che comunque, va detto, è assolutamente perfetto per come riannoda in maniera intelligente e ambigua le vicende in pochi minuti). Ma tutto rimane comunque assolutamente credibile e il merito è in buona parte degli ottimi interpreti. Detto di Phoenix, era da un bel po' di tempo (da I Tenenbaum forse) che non vedevo Gwyneth Paltrow così convincente, tanto che probabilmente è alla sua prova migliore in assoluto, in cui riesce a rendere empatico un personaggio veramente difficile. Peraltro, l'avvicinarsi ai quarant'anni le fornisce un aspetto molto più maturo di quanto siamo abituati a vedere, che non può che contribuire alla sua performance. Da notare anche l'ottimo lavoro svolto da Isabella Rossellini, che dà vita a una madre notevolissima e che ha probabilmente una delle scene migliori del film al suo attivo.

Insomma, un tipo di cinema che ormai si fa poco, se non in versione melensa e falso indipendente. Grazie a James Gray e a Joaquin Phoenix per avercelo (ri)proposto...

Continua a leggere su BadTaste