Twin Peaks 3x12 "The Return - Part 12": la recensione
Complesso, anche frustrante, ma enigmatico e affascinante. questo è Twin Peaks: la recensione del dodicesimo episodio della stagione
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Sono concetti non estranei, ma piacevoli da udire chiaramente, quelli che emergono nel racconto di Albert a Tammy. Esercito ed FBI a collaborare sui cosiddetti casi Blue Rose, sorta di X-Files legati ai misteri che ben sappiamo. Vengono citati Philip Jeffries (David Bowie), Chester Desmond (Chris Isaak, l'agente di Fuoco cammina con me) e ovviamente Dale Cooper. Chrysta Bell è quindi la terza interprete-cantante ad avere un ruolo nella squadra: la musica è davvero un canale potente in questo mondo! Se l'approccio verso Tammy è inclusivo, quello verso Diane è del tutto opposto. La vediamo emergere da tende rosse tutt'altro che casuali, ed essere praticamente respinta a partire dal setting della scena (il particolare delle bevande). In ogni caso, si stabilisce una sottile tregua in attesa di capire quali sono le vere intenzioni di Diane (“Let's Rock”, disse una volta The Man from Another Place).
Twin Peaks è così, prendere o lasciare. Non è scontato, non è semplice, addirittura spesso non è nemmeno piacevole. Fondamentalmente perché Lynch interpreta l'idea di strutturare un film in 18 ore alla lettera, come nessuno prima d'ora in tv. Questo ha un senso nel momento in cui si vuole comunicare una certa emozione in un certo modo. L'apparizione di Audrey (Sherylin Fenn) è emblematica. Si tratta del momento più atteso in assoluto dopo il risveglio di Cooper. Ecco, Lynch non costruisce nessuno slancio per il momento, nessuna tensione, nessun senso di attesa che non sia quello dovuto al minutaggio spropositato che ha preceduto questa scena. Eppure Audrey è lì, e la sua apparizione prosciugata di qualunque valore che non sia quello della sua pura e semplice presenza sullo schermo ha comunque un impatto molto forte proprio perché così improvvisa.
Ora, Billy dovrebbe essere l'uomo di cui abbiamo sentito parlare nel finale del settimo episodio, quello cercato al diner da un suo amico. Probabilmente si tratta della stessa persona interrogata da Andy nello stesso episodio in quanto proprietario del furgone guidato da Richard che ha investito e ucciso il bambino (spiegate le pessime notizie e il silenzio di Charlie). Nel dialogo si parla del furgone come rubato da un certo Chuck e ritrovato più tardi. Audrey, madre di Richard, rappresenterebbe il collegamento tra i due. Peraltro Richard, che nell'episodio non appare, viene tirato in ballo nella visita di Truman a Benjamin. Più tardi, in mezzo a tutte le altre informazioni, Benjamin afferma che Richard non ha mai avuto un padre (e anche questo dovrebbe essere importante).
Rischia di passare in secondo piano rispetto a tutto il resto – anche perché collegare anche questa vicenda è difficile – ma l'interpretazione di Grace Zabriskie nei panni di Sarah Palmer è davvero ottima. Sono momenti di grande intensità, follia contenuta e orrore nascosto quelli che la vedono protagonista, e nell'occasione torna anche il ventilatore minaccioso che appariva in uno dei più terrificanti tra i Missing Pieces. Forse la presa del male sulla casa dei Palmer non si è mai allentata.
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