Twin Peaks 3x11 "The Return - Part 11": la recensione

Episodio piacevolissimo per Twin Peaks: il fuoco circonda ogni cosa, tra orrore e momenti grotteschi, ma rimane la speranza

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi
Spoiler Alert
L'idea della musica ha un significato conciliante e consolatorio tra i grandi simboli di Twin Peaks, o almeno così vogliamo interpretarlo in contrapposizione rispetto a quello più tenebroso del fuoco. Un mondo in cui esiste della musica non può essere un mondo completamente malvagio, può esistere speranza tra le note di una canzone. Sia essa suonata da un vecchio grammofono o da un uomo al pianoforte in qualche locale. “There's always music in the air”. Ci piace interpretare anche in questa ottica la scelta di Lynch di accompagnarci fuori da ogni episodio tramite le note di una canzone. Possiamo sperimentare orrori indicibili, omicidi violenti, percorsi umani che tendono all'autodistruzione, ma esiste una luce che non si spegne mai.

L'undicesimo episodio della stagione si chiude così, non alla Roadhouse, ma ad un locale dove i fratelli Mitchum, più felici che mai, hanno invitato il loro nuovo amico Dougie. Una torta di ciliegie, una canzone al pianoforte, l'esclamazione “damn good”, ma il sogno di rivedere Dale Cooper ci viene portato via ancora una volta. È la delusione di un momento, riscattata dalla consapevolezza di aver assistito ad un episodio tra i più equilibrati visti finora. Divertente, terrificante, con la giusta dose di mitologia, ma anche fortemente puntato sulle sue componenti umane filtrate attraverso la solita lente grottesca e le solite scene da antologia.

Fare di un Cooper privo di volontà un simbolo del bene sembra quasi una contraddizione in termini che non vogliamo abbracciare. L'agente Dale Cooper è l'eroe che può misurarsi contro il male, Dougie – per quanto simpatico – in questo momento è uno strumento malleabile favorito dalla Loggia. Lo abbiamo visto spargere benevolenza e sconfiggere i suoi nemici quasi senza alzare un dito, ma soprattutto grazie a Mike e al Braccio. È sfuggito ai creditori del Dougie originale, ha messo ko Ike the Spike, ha smascherato il giro di corruzione interno all'azienda, probabilmente lo stesso che lega Sinclair a Todd. Cadono infine sotto il suo candore, e sotto i trenta milioni di dollari che riescono a ottenere come risarcimento, anche i due fratelli Mitchum. Merito di una crostata in una scatola (dovrebbe essere una citazione di Se7en?).

In generale questo undicesimo episodio è un grande raccoglitore di scene piacevolissime. In cui può accadere tutto o niente, in cui quello che vediamo può essere importante o meno. Dilatando così tanto i tempi della narrazione, Lynch prende il pieno controllo del ritmo della storia e lo riempie di un divertissement fine a se stesso che può sfuggire ai limiti dell'intreccio incalzante o del mistero sfuggente. Semplicemente, possiamo goderci una cena, o assistere ad una reazione scomposta durante un incidente d'auto. Senza fretta, malgrado i primi minuti dell'episodio lascino presagire un precipitare degli eventi.

Miriam emerge sanguinante tra i boschi, sopravvissuta al tentato omicidio di Richard. Becky scopre il tradimento di Steven (l'amante è Gersten Hayward, sorella di Donna) e reagisce in modo alquanto scomposto. Tutto rientra nei ranghi nel corso della puntata, confermandoci il rapporto ormai finito tra Bobby e Shelly e il fatto che quest'ultima, malgrado i rimproveri alla figlia, non abbia imparato niente dai tempi di Leo e sia finita con un delinquente come Red. La nostra espressione è simile a quella di Norma: è davvero un peccato che Shelly sia ricaduta in un errore simile. Se non altro il personaggio di Bobby ne guadagna ancora di più in empatia.

Il seguente caos scatenato da un bambino che si ritrova a giocare con la pistola del padre potrebbe, a voler trovare un senso ad una scena che di per sé funziona già benissimo, essere un sintomo del malessere generale a Twin Peaks. “There's fire where you are going”, dirà Margaret a Hawk per avvertirlo del pericolo. Ma il fuoco è tutto intorno, e in una città di legno questo può essere un problema. Il fuoco è negli atti di violenza, nel crollo dei legami, nella criminalità diffusa, in bambini con sguardi malefici e in altri che vomitano, forse in strane chiazze rosse che compaiono sulla pelle di qualcuno. In generale, e il confronto tra Hawk e Truman ci aiuta (bella l'idea di elettricità come fuoco moderno), sono espressioni materiali di un conflitto più ampio, tra la musica e il fuoco, tra il legno e i “woodsmen”.

Saranno ancora essi a tornare nel momento in cui Gordon e gli altri arrivano sul punto dell'incontro tra Hastings e Ruth e il Maggiore Briggs (“2240 Sycamore”, tanto per citare altri elementi familiari). Il luogo dove, secondo il racconto di Hastings, il Maggiore si nascondeva, “ibernandosi”, in attesa di ottenere delle coordinate per giungere ad un altro luogo. Le stesse coordinate che il Cooper malvagio sta cercando e che forse Diane potrebbe ora rivelargli. Giunti sul posto, Gordon e Albert rimangono irretiti dalla potenza extradimensionale che emerge da quel luogo. Gordon sta per morire come Ruth Davenport, stesse braccia alzate, ma viene salvato da Albert.

Considerato che probabilmente Hastings ha avuto accesso alla Loggia Bianca, mentre qui noi vediamo i woodsmen, forse nel'esito dell'apertura del portale gioca un ruolo importante il sentimento alla base, come sappiamo dalla seconda stagione si tratta dell'amore per la Loggia Bianca e della paura per la Loggia Nera. Dopo l'esperienza il braccio di Gordon tremerà come accadeva a molti personaggi a Twin Peaks nel finale della seconda stagione. Ma potremmo anche far riferimento al “They're in our house now” e dire che la divisione non è più netta come prima. In generale la semplice dicotomia tra varco verso la Loggia Bianca e verso la Loggia Nera si è fatta parecchio più complessa con questa terza stagione, anche se di altri portali si era già parlato nei Missing Pieces.

Continua a leggere su BadTaste