Twin Peaks 3x05 "The Return, Part 5": la recensione
Un sorriso meraviglioso e un ghigno terrificante, in quelle che sono le due immagini più significative del quinto episodio della stagione di Twin Peaks
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E in questo è senza dubbio più simile idealmente al Twin Peaks delle due stagioni, grottesco e corale. Ad esempio, dopo tutti i piccoli momenti dedicati al misterioso lavoro sulle pale del dr. Jacoby abbiamo la risposta: un vlog complottista, a quanto pare seguito da Nadine e Jerry, che si trasforma in una squallida televendita. Probabilmente non serve a nulla, ma è difficile ragionare su Twin Peaks e sulle sue storyline in termini di necessità. Soprattutto in una stagione che spesso si sofferma a omaggiare il passato, ora attraverso la passerella dei vecchi personaggi (rivediamo Mike Nelson) ora rievocando storyline passate tramite le new entry.
Un sorriso, meraviglioso, e un ghigno, terrificante: sono questi i due estremi di luce e ombra - in qualche modo fusi nell'immagine di Laura Palmer che dicevamo all'inizio - che definiscono i grandi momenti dell'episodio. Il secondo riguarda il Cooper malvagio, chiuso nella sua cella, chiuso in se stesso con il demone che lo possiede. Il ghigno di Bob ritorna in un attimo, ed è subito un orrore strisciante e disturbante, molto più forte di quello provocato dalla creatura del primo episodio. Il tutto viene ribadito in conclusione, con una misteriosa telefonata che fa saltare la corrente e provoca una serie di immagini sconnesse. The cow jumped over the moon, dice Cooper, citando un verso di una filastrocca.
In segnali come questo, ben nascosti e difficili da interpretare, si nasconde un'idea di mitologia interna che si manifesta per suggestioni e piccoli suggerimenti. Forse in seguito alla telefonata di Cooper-Bob, a Buenos Aires un dispositivo che avevamo visto attivarsi all'inizio della puntata si distrugge. La città argentina è importante perché è il luogo dove l'agente Philip Jeffries era scomparso e riapparso misteriosamente. Possiamo accarezzare il sogno di un cameo di David Bowie tenuto completamente segreto?
Mentre la serie già al quinto episodio tradisce l'idea dei titoli di coda che scorrono sui gruppi al Bang Bang Bar, sempre nel locale vediamo un inquietante Richard Horne sul quale aspettiamo di sapere di più, anche per capire meglio la parentela con i personaggi che conosciamo. Il nome Richard poi ci rimanda alla profezia del gigante su "Richard e Linda". E poi ancora un tentativo di sabotaggio ai danni di Dougie, i sospetti dell'agente Preston, le indagini al pentagono, con la presunta riapparizione del maggiore Briggs che si ricollega ai fatti del South Dakota e, ancora una volta, ad uno sguardo più approfondito lascia intravedere uno sguardo d'insieme che non può essere solo casuale.