Twin Peaks 3x04 "The Return, Part 4": la recensione

Con il quarto episodio Twin Peaks torna ad una scrittura e a situazioni più vicine alla serie classica, mentre sullo schermo rivediamo parecchi volti noti

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi
Spoiler Alert
Il quarto episodio della nuova stagione di Twin Peaks è finora quello più simile al tono storico della serie. Non ne riprende del tutto le atmosfere o le situazioni, e probabilmente un simile ritorno non ci sarà nemmeno in futuro, ma abbiamo comunque a che fare con qualcosa di piacevolmente familiare. Dove il terzo episodio premeva soprattutto sui tasti del grottesco e dell'indecifrabile, The Return, Part 4 contiene i migliori agganci con la scrittura sopra le righe in situazioni ordinarie, in cui il senso del ridicolo viene tenuto a bada e serve a bilanciare tutto il resto. Anche in questo caso la scrittura dello show si conferma sempre più con il suo equilibrio in divenire.

"…brings back some memories."

L'omicidio di Laura Palmer, con conseguente ricerca dell'assassino, era il perno intorno al quale gravitava tutto il resto, quasi un trampolino di lancio potremmo dire. Il revival di Twin Peaks si svincola da quel tipo di logiche per giocare sempre più sull'immediatezza e sulla consapevolezza dello spettatore che sa bene cosa sta guardando. La parentesi al casinò ("Hellooo... ") di un Cooper prosciugato di emozioni e motivazioni rimanda all'incontro con la moglie del defunto Dougie, interpretata dall'attesissima Naomi Watts.

La sua apparizione, così come quella di Patrick Fischler e di Robert Forster (il nuovo sceriffo Truman), è un nervo scoperto nella mente dello spettatore, sul quale la serie gioca per costruire legami ideali con Mulholland Dr. Ancora una volta, Twin Peaks fa un passo indietro e l'universo cinematografico di David Lynch torna alla ribalta.

In generale si tratta di un episodio molto consapevole, anche nel modo in cui rimette di fronte alla telecamera il personaggio di Denise, sempre interpretata da David Duchovny. Anche qui si riprende un personaggio quasi cult – come tutto nella serie originale – e gli si concedono alcuni minuti di gloria, chiusi da un'inquadratura sospesa che dovrebbe fungere quasi da addio. Qualcosa che anche in questo caso deve rassicurarci sull'esistenza di questo personaggio, dare concretezza e sicurezza al mondo, prima di rituffarsi nella storia.

E comunque si tratta sempre di momenti piacevoli, puntellati da battute divertenti ("Will Albert be with you?"/"Do birds fly?"). Il culmine qui si raggiunge quando, nel quadro delle ricerche a Twin Peaks su cosa potrebbe essere l'elemento mancante che solo Hawk può trovare, spunta il figlio di Andy e Lucy, Wally. Il cameo di Michael Cera – la scena è molto divertente – dà la misura di quello che probabilmente saranno tutte le future apparizioni di nomi noti dello sconfinato cast. Non una storia corale, che come nell'originale doveva portare tutto avanti insieme e dare a ognuno una giusta motivazione e un conflitto irrisolvibile, ma una specie di best of di situazioni lynchane.

Dispiace un po' vedere il personaggio di Cooper così passivo e diverso dal solito. Certo, il "ritorno" di cui si parla è anche il suo, e un momento di spaesamento ci sta, ma sarebbe bello rivedere lampi del meraviglioso personaggio che è stato. Qualcosa qui c'è: il caffè, il pollice che fa l'ok, ma in modo un po' egoista vorremmo qualcosa di più. Infine, Gordon e Albert incontrano il finto Cooper, fermato dopo l'incidente in auto. Nel racconto dell'uomo ritorna il nome di Phillip Jeffries (lo scomparso David Bowie), l'agente dell'FBI che appare all'inizio di Fuoco Cammina con Me. Scomparso a Buenos Aires alla fine degli anni '80, ricomparso anni dopo e di nuovo svanito nel nulla. E ancora un riferimento ai Blue Rose, dopo quello nel terzo episodio.

Se da un lato ci piace molto la scelta di tornare al Bang Bang Bar e chiudere ogni episodio con un gruppo sul quale lasciar scorrere i titoli di coda, al tempo stesso vorremmo sentire maggiormente la colonna sonora originale. Magari utilizzarla in modo così preponderante come nelle due stagioni classiche oggi non funzionerebbe, ma a piccole dosi fa piacere: ecco perché la scena di commozione di Bobby sulle note del tema di Laura Palmer è una delle più forti della puntata.

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti! Trovate tutte le recensioni degli altri episodi di Twin Peaks nella nostra scheda.

Continua a leggere su BadTaste