Twin Peaks 2x16 "The Condemned Woman" (La donna condannata): la recensione

La donna condannata del titolo dell'ultimo episodio di Twin Peaks è Josie: la sua, e altre storyline, giungono al termine

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The Condemned Woman riprende l'idea, tutt'altro che errata, già in qualche modo sviluppata nell'episodio precedente, che consiste nel ridimensionare, o addirittura chiudere, varie trame secondarie, per concentrarsi su quelle più centrali. Un contrappunto sarà necessario, ma è anche soddisfacente veder qualcosa andare in porto. Accadrà alla fine di questo episodio di Twin Peaks, diretto ancora da Lesli Linka Glatter, e sarà l'ultimo per lei. In una serie in cui spesso le donne sono vittime – certo, Laura, ma non solo – la donna condannata e senza scampo sembra proprio essere Josie Packard, che qui, dopo aver cercato la fuga e aver accarezzato la redenzione e un sogno di felicità con Harry Truman, finisce travolta dagli eventi.

In questo la puntata riprende i sospetti dello scorso episodio, che qui diventeranno certezze. Era stata proprio Josie a sparare a Dale Cooper tempo prima. Le reticenze dell'agente si scontrano con l'insistenza di Albert e con l'evidenza dei fatti, e nonostante ogni tentativo per ammorbidire la faccenda, infine tutto sfocerà in un doppio fatto di sangue che metterà in crisi lo sceriffo. Josie, e la sua interprete Joan Chen, ha in qualche modo la passerella d'onore. Apparirà ad un certo punto intenta a truccarsi allo specchio, in una riproposizione fin troppo chiara di quella che, sembra tanto tempo prima, era stata la prima immagine in assoluto di una persona nella serie.

La vediamo interagire con i personaggi storici del suo nucleo narrativo, Catherine e Pete, ma anche e soprattutto con quelli nuovi da Andrew Packard a Thomas Eckahrdt. Proprio quest'ultimo infine sarà legato con lei in un tragico destino. Ed è in quel momento che la serie, ormai fortunatamente lanciata verso il climax finale, recupera Bob e il Nano. Ancora una volta Cooper non può far altro che essere testimone degli eventi di sangue che si consumano al Great Northern. A quel punto il volto di Josie intrappolato nel legno dell'hotel e la sua morte improvvisa sono solo l'ennesimo simbolo di una mitologia che si rafforza. In un'intervista rilasciata tempo dopo, Frank Silva rivelò che Bob aveva portato Josie nella Loggia Nera e che era stata addirittura girata una scena, con un'attrice simile, che avrebbe dovuto comparire nell'ultimo episodio ma che venne eliminata dal montaggio finale.

L'episodio segna anche l'addio a James, che avevamo già anticipato in precedenza, e quello di Hank, che finisce in cella. Ma la partita a scacchi con Windom Earle intanto non si arresta e, sostenuta dall'inquietante maschera di Caroline, inizia a risucchiare altre pedine al suo interno e a farsi pericolosamente concreta. In particolare qui inizia il gioco delle regine che Windom porterà avanti fino al celebre concorso di Miss Twin Peaks che occuperà il finale. Assente ancora in questo momento la vittima designata, il suo sguardo si concentra su tre volti noti: Shelly, Donna e Audrey.

A proposito di Audrey, fa un po' male vederla interagire con John Justice Wheeler, interpretato da Billy Zane, uomo chiamato a risolvere i problemi di gestione dell'hotel. Non tanto per il personaggio in sé, mero strumento di contorno privo di un reale spessore, quanto perché ogni momento grida la forzatura nel dirottare il percorso di un personaggio su altri binari. In ogni caso la storyline non avrà grande seguito. Dopo questo episodio la serie va in pausa forzata, per così dire, negli States e torna quasi un mese e mezzo dopo forse spinta dalle sollecitazioni di vari spettatori al network.

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