Twin Peaks 2x13 "Checkmate" (Scacco matto): la recensione

L'agente Cooper affronta una delle sue sfide più difficili, mentre lo scontro con i Renault raggiunge il culmine, nel tredicesimo episodio della stagione per Twin Peaks

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Con Checkmate inizia la partita a scacchi tra Dale e Windom Earle che terrà banco fino all'ultimo episodio di Twin Peaks. Dopo alcuni episodi in cui navigava a vista, la serie della ABC torna a guardare lontano, costruendo una trama che quantomeno lascia intravedere uno sviluppo nel lungo periodo e una sfida degna di questo nome. Lo fa un po' tardi per recuperare l'interesse degli spettatori, che nel frattempo avevano disertato la serie, ma in prospettiva possiamo iniziare a vedere un disegno più compiuto, una nuova nemesi che subentra proprio nel momento della fine della lunga saga dei Renault, e che pone Cooper di fronte alla sua sfida più grande.

L'episodio, diretto da Todd Holland, cerca di recuperare parte del fascino del passato, almeno nel ricorso a immagini non convenzionali. Lo fa già a partire da una prima scena che si ricollega direttamente al finale della precedente, e che quindi vede il ritorno del maggiore Briggs, ancora sconvolto da ciò che ha passato, ma segnato da immagini vivide, come quella di un gufo gigante. Ulteriori spiegazioni dovranno attendere, mentre l'uomo viene condotto via per ulteriori indagini. La nostra attenzione viene quindi sviata sulle consuete e poco entusiasmanti storyline secondarie, stavolta a dire il vero più digeribili.

In particolare fa abbastanza sorridere il momento in cui una scatenata Nadine massacra Hank, che nel frattempo aveva aggredito Ed dopo aver scoperto la sua relazione con Norma. La vicenda di James rimane un vicolo cieco completamente avulso dal resto, non solo in senso geografico, mentre poco o nulla si muove sul fronte delle storyline di Josie e Benjamin. Più interessante, anche per dare un senso di chiusura all'indagine interna su Cooper e alla lunghissima faida con i Renault, il confronto alla Casa del cane morto, con il protagonista che si fa sorprendere e sequestrare.

Molto buoni anche i due lampi nel finale. Il primo è quello che vede Leo svegliarsi dopo moltissimi episodi in cui era stato accudito, e a volte ridicolizzato, da Shelly e Bobby. Il momento è giocato molto bene, e dopo puntate e puntate a costruire suggerimenti e tensioni circa il suo, molto prevedibile, risveglio, è una scena che non delude. Il secondo è ancora migliore, e vede Windom Earle entrare in scena nel modo brutale, con la fusione dei due elementi che lo hanno contraddistinto fino ad ora ai nostri occhi: gli scacchi e la morte.

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