Tutto l'amore del mondo - La recensione

Una guida turistica incaricata di scrivere un libro sulle città europee e l'amore rimane conquistato da una ragazza. L'ennesimo film giovanilistico con Nicolas Vaporidis è una pellicola insulsa e senza nessuna emozione...

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Recensione a cura di Francesco Alò

TitoloAppuntamento con l'amoreRegiaRiccardo GrandiCastNicolas Vaporidis, Ana Caterina Morariu, Alessandro Roja, Myriam Catania, Enrico Montesano, Riccardo Rossi, Monica Scattini
Uscita19 marzo 2010
 

Cos'è Tutto l'amore del mondo? Se fossi un responsabile commerciale, avrei grosse difficoltà a etichettarlo e a capire come venderlo. Certo, è una pellicola giovanilistica, magari con un occhio rivolto ovviamente a Notte prima degli esami (con cui condivide due attori e lo sceneggiatore Massimiliano Bruno). A me però ha ricordato un piccolo film italiano chiamato La casa sulle nuvole, in cui un gruppo di giovani vanno a trovare un padre hippie in Africa, citando quindi anche il punto di riferimento Marrakech Express.

Ma delle tante strade prese da questo film nelle tante città europee citate (Barcellona, Parigi, Amsterdam, l'evocata ma mai mostrata nella pellicola Londra), nessuna viene percorsa con la convinzione necessaria. Si parla infatti di sentimenti in questa storia di una guida turistica che si innamora di una ragazza della borghesia romana (resa celebre dai film di Gabriele Muccino), ma senza andare mai fino in fondo e rischiare qualcosa. Esempio assolutamente negativo, il personaggio di Enrico Montesano, che nonostante faccia delle cose allucinanti si ritrova a essere comunque tratteggiato in maniera simpatica.

E si scivola sul ridicolo quando, come capita in tanti film italiani, si capisce chiaramente che non c'è nessuna attenzione verso i particolari. Qui abbiamo dei personaggi che si ritrovano in città europee diversissime tra loro, ma in cui splende sempre il sole, condizione che porta il protagonista ad avere sempre la stessa camicia con maniche lunghe. Così, si può anche andare in Scozia e fare il bagno, tanto il clima è uguale in tutta Europa, che si tratti di Spagna o del lago di Loch Ness, no?

Ecco quindi che il film è nullo come il suo attore principale (e produttore, ovviamente molto indulgente con se stesso) Nicolas Vaporidis, che purtroppo non fa neanche il tentativo di maturare nei suoi ruoli (e a 28 anni, forse sarebbe il caso di pensarci). Siamo di fronte ai suoi soliti personaggi distaccati e strafottenti, in cui non c'è pathos e un qualsiasi interesse nei confronti della vita e del cinema. D'altronde, non ho mai capito se a Vaporidis interessa qualcosa del mestiere che fa, perché mi sembra un attore cinico e insensibile come i personaggi che interpreta. A questo punto, come si fa a pensare di poter entrare in empatia con il protagonista di un film con queste premesse?  

Se proprio si vuole salvare qualcuno, allora è il caso di puntare su Riccardo Rossi, che personalmente adoro e che vorrei vedere finalmente protagonista di un film, piuttosto che rubare la scena a tutti come capitava in Scusa ma ti chiamo amore. Assieme a Monica Scattini, che incarna una donna in carriera che cancella la propria feminilità, sono l'unico elemento positivo del film. Magari fossero stati al centro della pellicola loro e non questi ragazzini insopportabili vestiti sempre uguali...

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