Tutti per 1 - 1 per tutti, la recensione
Pensato e realizzato in linea con il precedente Tutti per 1 - 1 per tutti porta con fierezza il disinteresse per ogni coerenza o maestria nella realizzazione
Rimane quindi lo spunto, che è la parte migliore del progetto, cioè l’idea totalmente demenziale di decontestualizzare tutto in barba a qualsiasi logica e qualsiasi rispetto. Una storia francese, ambientata in Francia in cui tutti parlano dialetti italiani tranne uno che parla un inventato italo-francese. I moschettieri è una specie di Armata Brancaleone di Veronesi, cioè un film in costume che non ha nessun interesse per l’accuratezza storica e semmai il desiderio di creare un universo inesistente (nel film seguiamo la fantasia di un bambino) espressionista, paradossale, comico e revisionista, specialmente riguardo la statura e la mitologia degli eroi. Favino, come già nel primo film, fa anche il lavoro di inventare una lingua tutta sua. E di nuovo è l’unica parte che strappi delle risate.
Quello che va molto meno bene e impedisce qualsiasi divertimento è la maniera grossolana con cui questo film, come il precedente, è realizzato.
Alla fine nel complesso l’impressione è quella del ripiego su target, dialoghi, svolgimenti e conseguentemente anche mestizia delle produzioni popolari per la tv generalista, invece che su quelle più sofisticate della televisione a pagamento. Altrimenti non si spiega come mai non ci sia un dettaglio preciso o curato (ma perché se in scena ci sono dei mandolini suonati con buon ritmo sentiamo musica di chitarra arpeggiata?) o come mai questo sequel come l’originale porti con grande fierezza il suo disinteresse per ogni coerenza, fino anche a personaggi inglesi che parlano un inglese stentato pretendendo che sia invece perfetto, senza che sia una trovata comica.
Sei d'accordo con la nostra recensione di Tutti per 1 - 1 per tutti? Scrivicelo nei commenti dopo aver visto il film su Sky Cinema a Natale.