Tutti al mare - la recensione
Un gruppo di personaggi grotteschi in una giornata al mare. Tanti attori interessanti impegnati, in una commedia che non graffia come vorrebbe, ma irrita pesantemente per alcuni aspetti...
Recensione a cura di ColinMckenzie
Titolo Tutti al mareRegiaMatteo Cerami
Cast
Marco Giallini, Libero de Rienzo, Francesco Montanari, Ilaria Occhini, Vincenzo Cerami, Anna Bonaiuto, Ambra Angiolini
Uscita11-03-2011
Ammetto di non ricordarmi molto bene Casotto di Citti, film originale che ha ispirato questa sorta di omaggio/rifacimento. Non è del tutto un male, perché mi aiutava a non sconvolgermi troppo di fronte a un eventuale risultato negativo e a non considerarlo eventualmente un reato di lesa maestà se non funzionasse.
Uno degli aspetti più evidenti è la voglia di presentare solo ed esclusivamente dei personaggi eccessivi. Come in tanti prodotti di questo tipo, va benissimo mostrare delle figure sopra le righe, ma se non ci sono altre opzioni per un confronto, diventano inutili e noiosi.
A tratti, non si capisce se sia semplice superficialità (una foto che nessuno metterebbe mai in un portafoglio e che dovrebbe rappresentare una sorpresa, solo che è telefonatissima) o voglia di provare qualche fellinismo di troppo (un barcone di immigrati che arriva sulle spiagge romane??? Da dove?). Comunque, nulla di convincente.
Rattrista peraltro vedere che la raffigurazione degli stranieri sia legata solo a stereotipi banali. Nulla di eccessivamente fastidioso e non è una questione politica, ma il vero problema è che si crea una galleria di personaggi deboli e stupidi. Li avessero messi in scena i Vanzina, sarebbero stati criticati pesantemente e invece la famiglia Cerami può tutto, alternando stranieri arrivisti, imbroglioni e macchiette.
D'altronde, siamo di fronte alla solita commedia corale, che punta su tanti personaggi perché sembra non riuscire a costruirne neanche uno forte. E alla fine, si ride (tanto per cambiare) con i soliti vaffanculo, come nei tanto vituperati cinepanettoni. Quindi, si ride pochissimo, anche per scelta dei realizzatori, ma soprattutto non ci troviamo di fronte a grandi picchi, un po' per la voglia di costruire una vicenda molto corale (fin troppo), ma anche per un'evidente incapacità di creare qualcosa di memorabile.
Libero de Rienzo offre una delle prove migliori e una delle interpretazioni più sincere, che forse andava sfruttata meglio. E Proietti come prevedibile regala le risate più convincenti, anche se si pensava potessero essere di più. Per il resto, poco da segnalare, compreso un Giallini che meriterebbe ben altre opportunità, soprattutto in termini di varietà e profondità nei ruoli.
In sostanza, l'impressione è di aver visto qualcosa di sconclusionato e che andrà bene per chi vorrà trovarci valori sociali 'importanti', esaltando il ritorno alla commedia di 'costume' che ha fatto grande il nostro cinema. Ma significherebbe prendere troppo sul serio un prodotto che non se lo merita proprio...