La recensione di Il tuo Natale o il mio?, la commedia disponibile dal 2 dicembre su Prime Video
Se volete sapere che sapore abbia la cornice di prestige television britannica prestata al cinema per piattaforma più basso e usa e getta (quello natalizio)
Il tuo Natale o il mio? è il modello perfetto. Come per i nostri film di Natale che in realtà sono in tutto e per tutto operazioni paratelevisive spacciate per film (i vecchi “film tv” con una patina visiva presentabile e star di un altro tempo ancora in corsa), anche questo prodotto scritto e diretto da maestranze televisive e con una star bambina nota adesso per una serie tv (
Asa Butterfield di
Sex Education) orbita intorno più alle caratteristiche della televisione più massaggiante che del cinema più assertivo.
Rispetto ad un qualsiasi equivalente italiano è il tema centrale a cambiare. La tradizione britannica è molto meno centrata sui legami e l’esigenza di mantenerli e più sull’equivoco e la differenza di classe. Qui due fidanzati si salutano alla stazione dei treni di Londra, ognuno in partenza per fare il Natale con la propria famiglia, non sanno di aver avuto la medesima idea: raggiungere l’altro a sorpresa. Così lei nella magione austera, nobilissima e abitata da una famiglia minuscola e incattivita di lui; lui nella casa popolare numerosa e un po’ troppo vitale di lei.
Il tripudio di neve e addobbi è assicurato, l’humor è presente ovunque e sempre rigorosamente al minimo, così come la possibilità di riuscire a creare tramite la commedia qualcosa di autenticamente sovversivo, corrosivo o anche solo significativo. Qui l’obiettivo di tutti è arrivare alla fine avendo mantenuto la propria dignità. Ci saranno gli immancabili nobiloni (
Alex Jennings) che scoprono la lingerie di lei e fanno la faccia da “che scandalo”, come la zia sessualmente predatoria di lei che insidia il ragazzo timido e austero sotto lo sguardo della nonnina che confessa di avere un tatuaggio. Tutto sotto controllo, soffice e morbido fino alla fine. Cinema per chi ha il cervello quasi spento ma a cui è rimasta ancora qualche energia per interessarsi a contesti diversi dal nostro.
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