Truth Seekers (prima stagione): la recensione

Simon Pegg e Nick Frost si riuniscono in Truth Seekers, nuova serie Amazon che mescola horror e commedia

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Truth Seekers (prima stagione): la recensione

Nick Frost e Simon Pegg richiamano inevitabilmente alla mente la trilogia del cornetto di Edgar Wright (ma anche Spaced). Quello della serie Truth Seekers è quindi un biglietto da visita difficile da ignorare, eppure, come avveniva in Slaughterhouse spacca, altro film che li vedeva insieme, dovremmo da subito andare oltre per ragionare sul progetto in sé. La serie Amazon Prime Video scritta dai due si basa su una premessa potenzialmente divertente, che mescola la commedia e l'horror, ma che non riesce mai a decollare davvero. Né a individuare un tono chiaro nella vicenda.

La storia è soprattutto quella di Gus (Nick Frost), un tecnico che lavora per una compagnia di telecomunicazioni. Lavoro noioso, vita solitaria, ma con un twist. Gus è appassionato di eventi paranormali, tanto da avere un canale YouTube intitolato proprio Truth Seeker. Nel corso delle sue trasferte di lavoro, insieme al collega Elton (Samson Kayo), si imbatte in una serie di fenomeni paranormali, che hanno tutti in qualche modo a che vedere con presenze spettrali filtrate attraverso la tecnologia. Intorno a questo c'è una storia orizzontale con una minaccia più grave.

L'elemento più interessante della serie è proprio la commistione tra paranormale e fantascienza. Probabilmente ci potrebbe essere una critica velata alla mente intrappolata in dispositivi tecnologici, ma quel che funziona in questa idea di "ghost in the shell" (letteralmente, fantasma nella macchina) è il retrogusto da fantascienza passata. Qualcosa che si nutre di riferimenti a Essi vivono, ma che ha senza dubbio anche qualcosa di Poltergeist. E alcune delle idee che riempiono la parte procedurale degli episodi sono interessanti, alcune perfino inquietanti. Ma è la confezione a non riuscire a costruire qualcosa di solido intorno a tutto questo.

Truth Seekers, pur essendo una commedia, non è una serie particolarmente divertente, anche perché spesso è difficile capire dove risiede l'umorismo. Non ha un ritmo trascinante o esaltante, non è sufficientemente spaventosa né è un prodotto demenziale. Sul versante dell'orrore invece Truth Seekers si concede qualche momento gore, ma anche qui sarebbe eccessivo parlare di lavoro di atmosfera. Le attese interazioni tra Nick Frost e Simon Pegg – quest'ultimo interpreta il capo di Gus – non aggiungono molto alla trama, e sembrano inserite più come promemoria della coppia di autori della serie. Funziona invece Malcolm McDowell (che qui si riconferma in un ruolo seriale dopo Mozart in the Jungle), che ci viene presentato come Richard, scorbutico padre di Gus.

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