Trust 1x07 "Kodachrome": la recensione

La recensione del settimo episodio stagionale di Trust

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FX
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Spoiler Alert
Kodachrome è la pellicola erosa dal tempo, che ben si addice al racconto per ricordi e flashback del settimo episodio stagionale di Trust. Si tratta di una lunga ora che alterna presente e passato, rileggendo entrambi da una prospettiva più alta, e raccontando in definitiva più di quel che gli eventi suggeriscono. Si tratta di un episodio particolare, ancora una volta contenuto e chiuso come più volte la serie di FX ci ha mostrato in questa stagione, capace di approfondire con intelligenza il rapporto tra i Getty, padre e figlio, inserendo anche nel racconto la storia di Gail. Ne viene fuori un episodio denso, pesante (nel senso di molto carico), al termine del quale, anche se la storia farà pochi passi in avanti, avremo la sensazione di aver assistito a molti momenti importanti.

Le dinamiche della puntata sono racchiuse tra la gioia per l'accettazione dell'accordo sul riscatto e la delusione quando si scopre, a diversi livelli, che questo non è più in vigore. E in pratica l'intero blocco di flashback, che in realtà è intervallato da molti momenti nel presente, serve a raccontarci meglio le reazioni conclusive ad una certa proposta di Getty, il patriarca. Da questo punto di vista per orientarsi può essere utile ragionare su chi sia il protagonista dell'episodio. Stavolta Trust rimette in luce i grandi attori del suo cast: Donald Sutherland, Hilary Swank, con uno spazio particolare riservato a Michael Esper, che interpreta il figlio.

È lui il perno che identifichiamo come centrale per ragionare su tutti gli eventi presentati nella puntata. Suo è il punto di vista nel rapporto conflittuale con il padre, di cui cerca l'apprezzamento, suo è in parte il punto di vista nel rapporto con la moglie Gail. Il tutto si articola in varie fasi, tra le quali un passato idilliaco, fatto di altri colori, altri suoni, altri dialoghi, in cui vediamo una bella famiglia. Non sono tempi poi così remoti, ma la serie ce li racconta in questo modo. Ci sono piccole incrinature che diventano crepe negli anni. Il rapporto tra padre e figlio che a cascata influenza quello tra marito e moglie. E il piccolo Paul, sullo sfondo, a crescere in un ambiente di odio e rifiuto.

Probabilmente è un episodio troppo carico, quasi estenuante (i momenti con il giovane Paul nel presente potevano essere eliminati), ma non si può non apprezzare la ricercatezza di linguaggio, in tutti i sensi, operata da Trust nel narrare questa storia. La serie abbraccia i suoi personaggi con dedizione e forza. Perfino John Paul Getty, personaggio respingente, incredibile nel suo fare di tutto per farsi odiare, oltre ogni buon senso, trova un suo senso più profondo e rabbioso.

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