Trust 1x10 "Consequences" (finale): la recensione

La recensione dell'ultimo episodio di Trust

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Spoiler Alert
Al termine della prima stagione di Trust non possiamo fare a meno di chiederci che tipo di esperienza da spettatore sia stata per gli americani. Questa serie così particolare, recitata in grande percentuale in dialetto, ambientata per la maggior parte in Italia, che ha raccontato una storia portata al cinema solo pochi mesi fa in Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott. Davvero particolare, quasi più destinata a noi che potevamo cogliere le sfumature delle parole dei criminali calabresi senza affidarci ai sottotitoli, e che quindi abbiamo goduto molto di più delle sfaccettature di questi personaggi. Al termine del suo percorso stagionale così peculiare Trust non può certo smentirsi, e quindi ecco un episodio anticlimatico, quasi inutile, nemmeno troppo importante per rilanciare il futuro della serie (ma qui c'è un grande punto di domanda).

Nonostante le "conseguenze" del titolo, questo è un episodio a metà strada fra l'epilogo grigio e il rilancio mancato. È solo una lunga parentesi che ci racconta, nemmeno compiutamente, quel che è accaduto ai protagonisti della storia, dai Getty ai criminali. Ci pensa il personaggio di Brendan Fraser ad avvertirci da subito sulle aspettative da avere. Nessuna storia ha veramente un finale, tutto si rigenera e produce effetti su effetti, spesso ritornando alle premesse iniziali. Quindi nessun finale netto, e se c'è decisamente non è allegro. Non qui, tra le mura sempre più solitarie della residenza dei Getty, che risuonano del vuoto che stanno per accogliere.

Il rapimento ha avuto infine un esito positivo, il giovane Getty ha potuto riabbracciare la madre, ma è tutto qui, e più insisteremo a cercare di trovare un insegnamento, o un finale conciliante, e più rimarremo delusi. Getty confessa alla madre di aver organizzato in un primo momento lui stesso il rapimento, e qualcosa di spezza. Così come si spezza il fragile legame tra il giovane e il patriarca, che si rinchiude nella propria solitudine. C'è allora da parte del personaggio ormai anziano – siamo nel 1974, Getty è morto nel 1976 – che ricaccia la morte in tutti i modi, rincorrendo una giovinezza perduta e celebrando il proprio lascito con una sorta di museo che verrà criticato fortemente. Allontanati i legami familiari, non rimane più nulla da celebrare. Il parallelo finale, anche visivo, con re Mida è un'immagine di grana grossa e kitsch, una brutta uscita per una serie così sottile.

Ampio spazio anche a Primo e agli altri criminali, che investono su proposta del primo nella realizzazione di un porto. Primo uccide tutti legami che lo trattenevano, liberandosi anche di possibili intralci legati al rapimento di Getty, e rilancia la proposta a Leonardo, che non può far altro che accettare. La narrazione è a tratti scorsesiana: come spesso avvenuto nella stagione, sembra provenire da un futuro lontano che ha già emesso un giudizio, e che scosta ogni giudizio morale per lasciarsi andare ad una narrazione che esalta i fatti e lo stile con cui vengono narrati. Poco altro da aggiungere, se non la soddisfazione per James di tornare a casa e ritrovare il figlio. Qui la narrazione, su questo lievissimo lieto fine, si interrompe, ma come abbiamo scoperto è meglio non continuare a guardare per evitare di conoscere le conseguenze.

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