Trust 1x09 "White Car in a Snowstorm": la recensione

La recensione del nono episodio di Trust

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FX
TV
Spoiler Alert
Siamo su FX, tutto è bianchissimo (ed è diretto da Susanna White!), ma non è Fargo. È il nono e penultimo episodio di Trust, la serie incentrata sul rapimento di Getty che questa settimana arriva ad un punto cruciale. Dopo l'episodio italianissimo della scorsa settimana diretto da Emanuele Crialese, la serie ritorna fortemente sul nodo centrale della trama, raccontandoci le battute conclusive del rapimento e la liberazione del protagonista (che protagonista in realtà non è). Episodio ancora una volta fortemente riconoscibile come stile, stavolta anche molto denso a livello di trama. Qui finisce la storia raccontata dalla serie, che ci lascia con solo un lungo epilogo di fronte a sé.

Se In the Name of the Father era, fin dal titolo, fortemente incentrato sulle dinamiche parentali e la formazione, mostrandoci a diverso livello rapporti tra padri e figli, White Car in a Snowstorm si distingue per un approccio diverso. Protagonista tra gli altri della puntata è la madre di Getty, interpretata da Hilary Swank. Nel momento in cui per motivi già raccontati l'accordo tra Getty senior e suo figlio fallisce, e al giovane viene tagliato un orecchio, si assottigliano le speranze per la donna di riabbracciare suo figlio. L'episodio ci racconta a vario livello la battaglia disperata, rabbiosa, coraggiosa della donna per riuscire a strappare un accordo tra le parti. È lei che si pone come ago della bilancia tra una famiglia ricchissima e i rapitori.

C'è tutto l'amore di una madre che traspare in questa nuova ora di bella televisione. Vediamo Gail cercare un incontro con il marito, con il suocero, scrivere a Nixon, fronteggiare anche con rabbia i rapitori, fino ad arrivare all'abbraccio tanto atteso. Come sempre è accaduto durante la stagione, tutto ciò che accade a Getty junior è quasi un riflesso necessario per altre considerazioni, il mezzo per raccontare altri personaggi. Ecco quindi che più del momento della liberazione rimarranno i dialoghi tra Gail e James, o il gesto del goffo rapitore Stefano, che si toglie il passamontagna di fronte alla madre del ragazzo. E naturalmente il Primo Rizzuto di Luca Marinelli, vero volto indimenticabile della stagione.

La regia gioca di gusto con le geometrie delle scene, recuperando nel montaggio finale (quello in cui "tutto" deve essere bianco), una simmetria di fondo che contrasta con le inquadrature distorte che vediamo spesso nella puntata. In alcuni momenti c'è un certo piacere per l'elaborazione eccessiva nella scrittura, come quando Getty nel finale gioca con le ombre, oppure quando la grande scritta dell'azienda di famiglia campeggia nel luogo del rilascio dell'ostaggio. Ma si tratta di piccoli particolari che non pregiudicano l'ennesimo buon episodio. Ora rimane da vedere cosa racconterà il finale di Trust, anche nella prospettiva di un eventuale proseguimento della saga famigliare con una seconda stagione.

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