Trust 1x02 "Lone Star": la recensione
La recensione del secondo episodio stagionale di Trust
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Ci troviamo quindi in Italia. C'è una dominante più calda, nettamente contrapposta agli scenari più grigi della sfarzosa abitazione dei Getty. Tutto è costruito per integrarsi con quanto già abbiamo visto, almeno da un punto di vista narrativo, ma lo stile è molto diverso. Lo scopriamo fin dalla prima scena in cui Brendan Fraser, che interpreta il capo della sicurezza James Fletcher Chase, sfonda senza problemi la quarta parete, una soluzione registica che si contrappone al rigore del primo episodio. Seguiranno split screen, montaggi arditi, che si appoggiano spesso a musiche (sentiamo anche Celentano) e che giocano su un approccio più dinamico al racconto della storia. Allora il primo lato positivo è il modo in cui Trust, qui sempre diretto da Danny Boyle, assorbe questo stile all'interno di una storia che finora aveva parlato un altro linguaggio.
Ancora una volta, come nella première, da un punto di vista stilistico questo funziona molto bene, impossibile dire il contrario. Però, complice anche la durata troppo lunga delle puntate, dal punto di vista narrativo l'interesse rischia di venir meno. Anche perché, a dirla tutta, Trust stesso sembra più interessato alla forma del racconto e alla sua cornice – impeccabili, per carità – che a farci appassionare sinceramente alla storia del rapimento.