True Detective 3x06 "Hunters in the Dark": la recensione
Le nostre impressioni sul sesto episodio stagionale di True Detective
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Assenza di Julie, che esiste come fulcro simbolico di un mondo ipocrita che accetta qualunque soluzione, qualunque verità di facciata pur di andare avanti. È il caso della concretizzazione delle accuse nei confronti di Woodard, chiaramente infondate, eppure così radicate nell'esigenza collettiva di muovere avanti, da diventare quasi vere nel tempo. E questo discorso applicato alla generalità delle persone trova un nuovo senso nel momento in cui è Hays a ripensare a tutto ciò che è stato, o che presumibilmente è stato, dati i suoi problemi di memoria. Il passato può esistere come specchio di ciò che possiamo ricordare, o ancora meglio, di ciò che vogliamo ricordare. Il resto è una ricostruzione artificiosa che ognuno potrà adattare a se stesso per provare meno dolore e meno rimpianti.
Quanto a pura narrazione, l'episodio non aggiunge molto a ciò che già sapevamo. Negli anni '80 Hays ha ben chiaro che l'accusa nei confronti di Woodard è campata in aria; negli anni '90 il messaggio della presunta Julie lascia intendere un coinvolgimento maggiore da parte di Tom. Messaggi nascosti tra i bambini, una latente omosessualità che diventa un problema, il completo sbandamento di un padre che infine entrerà nella tana del lupo. Quanto al presente, è sempre lì, vaghissimo punto di riferimento in una serie che ne offre pochi. Eppure è un presente sempre monco, perché incapace di elaborare, considerato che Hays deve chiedere a Roland conferma dell'anno in cui si trovano.
True Detective va in onda ogni lunedì su Sky Atlantic in lingua originale con sottotitoli alle 21.15 (e alle tre di notte fra domenica e lunedì, in contemporanea con gli USA) e il lunedì successivo nella versione doppiata in italiano.