True Detective 3x02 "Kiss Tomorrow Goodbye": la recensione

Le nostre impressioni sul secondo episodio della terza stagione di True Detective

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Spoiler Alert
Kiss Tomorrow Goodbye è un secondo episodio perfetto. Abbandonata l'immediatezza delle premesse, la terza stagione di True Detective lascia sbocciare indizi e riferimenti. Si ricollega alla prima stagione con riferimenti a feticci mostruosi, satanismo e pedofilia, gioca sull'illusione del narratore onnisciente, si concede perfino il lusso di un accenno alla "spirale deforme" che spuntava ovunque nella stagione del 2014. Nel frattempo il personaggio interpretato da Mahershala Ali viene scolpito intorno ad alcuni momenti chiave che ne definiscono l'identità attraverso i decenni. Il mistero si fa più contorto, e nuove rivelazioni complicano la vicenda.

Come avvenuto in passato, c'è un dialogo sottile, ma continuo, tra la corruzione dell'ambiente – inteso come natura respingente – e l'abbrutimento dei caratteri che in quella palude sguazzano. E qui non potrebbe essere altrimenti, dato che buona parte dell'episodio gravita intorno al funerale di Will, uno dei due ragazzini scomparsi, ritrovato alla fine della prima puntata. C'è una lunga sequenza a casa di Tom Purcell nella quale i due detective interagiscono con l'uomo, con i nonni del bambino, uno zio. E c'è l'idea, suggerita ma non confermata, che Julie non sia la figlia biologica di Tom. Non sappiamo se e come tutto questo si incastrerà con la spiegazione finale, ma la scrittura pone l'accento sulla frattura che corre nella famiglia Purcell.

E c'è un'altra frattura, più sottile, anche nella famiglia Hays. A dire la verità, il gioco dei piani temporali non sembra molto giustificato fino ad ora. Soprattutto perché poggia in conclusione su un racconto in età molto avanzata, in un momento in cui tutto è già accaduto, ed è perfino difficile ricordare. Però, se dal punto di vista dell'indagine abbiamo qualche dubbio, sicuramente questo tipo di scelta ci permette di affrontare da una prospettiva interessante l'evoluzione nella famiglia di Hays. Nel 1980 abbiamo l'incontro con Amelia, nel 1990 il matrimonio e i due figli, con Amelia che sta per pubblicare un testo sul caso di cronaca. In questo dialogo a distanza si inserisce, con esiti drammatici, la storia del 2015.

Tutto qui è già accaduto, è già passato. Amelia non c'è. Il figlio Henry (Ray Fisher) e la sua famiglia si prendono cura di Wayne. A modo suo è qui che la storia di una scomparsa diventa una storia di fantasmi. Nel 1980 e 1990 tutto è ancora possibile, fresco, si lavora, si elaborano le informazioni. Nel presente quella possibilità è scomparsa, e tutto ciò che è accaduto è passato per sempre. Qui funziona doppiamente bene l'intuizione di attribuire a Wayne una demenza senile che gli impedisce di collegarsi del tutto con il passato. Lo scopriamo quando chiede informazioni sulla figlia Rebecca, ma ad un livello più profondo è qualcosa che gioca con i punti oscuri della storia, che non conosciamo perché ancora non ci sono stati raccontati.

Dal presente al passato, assumono maggiore importanza le bambole di paglia che potrebbero essere collegate da un presunto caso di pedofilia. I collegamenti posti nel 2015 dall'intervistatrice Elisa Montgomery (Sarah Gadon) mettono insieme questo tipo di crimine con scandali che avrebbero coinvolto figure di potere nell'area, viene citato lo scandalo Franklin, e si torna alle spirali deformi che dicevamo all'inizio. Sono solo frecciate lanciate allo spettatore, in attesa di qualcosa di più concreto.

Per quanto riguarda Hays, l'episodio sembra ben intenzionato a farci capire che dietro la patina da agente tranquillo, capace di imitare i suoni di Star Wars per tranquillizzare un bambino, si cela una figura più agitata. Lo vedremo negli accenni all'atteggiamento razzista nei suoi confronti – un razzismo più sottile, non sfacciato – e nella rabbia a stento contenuta nell'interrogatorio all'uomo con dei precedenti.

True Detective va in onda ogni lunedì su Sky Atlantic in lingua originale con sottotitoli alle 21.15 (e alle tre di notte fra domenica e lunedì, in contemporanea con gli USA) e il lunedì successivo nella versione doppiata in italiano.

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