True Detective 2x07 "Black Maps and Motel Rooms": la recensione
A un passo dal finale, alcuni nodi della trama di True Detective si sciolgono
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Succede molto nella puntata. Riconciliazioni improvvise e tradimenti, voglia di riscatto e cadute ad un passo dalla meta. Ani e Ray, i più scoperti del trio, escono fuori dalla stanza del motel nel quale si sono rintanati dopo la fuga dalla villa, solo per poi ritornare in fretta ad esaminare i documenti portati via. C'è un momento di riconciliazione troppo pulito e sereno per questa serie tra Ani e Eliot, e la sensazione che potrebbe esserci ancora qualcosa di non detto tra loro due. Niente vita privata di Ray questa settimana, non dopo lo spazio che le è stato riservato la scorsa settimana. Piuttosto la consapevolezza, casomai ce ne fosse ancora bisogno, che nulla rimane al sicuro e intoccato nella contea, siano essi i bambini o gli uffici più alti della città. Tutto è sporco, tutto è marcio, e anche chi dai piani alti si era esposto per ripulire l'ambiente è destinato a perdere tutto.
Il personaggio di Taylor Kitsch non è mai stato uno dei punti forti della serie, ma proprio stavolta, chiamato all'appuntamento decisivo con il destino, con la Black Mountain, con i suoi segreti, con la sua integrità di agente, non ha sbagliato. La sua morte è crudele, spietata, cruda. Non c'è onore né grandi frasi, solo la secca realtà che ti sbatte sull'asfalto. La stessa realtà che si abbatte con la forza di un bicchiere di vetro che si schianta su una faccia al rallentatore. È Frank che realizza brutalmente di non aver mai avuto veramente il controllo delle proprie azioni, e che la morte di Caspere è forse l'unico evento fortuito – e probabilmente del tutto accidentale per quanto lo riguarda – in quella che era una truffa organizzata fin dal principio.