True Detective 2x02 "Night Finds You": la recensione

La seconda stagione di True Detective fatica a decollare, ma una svolta inattesa potrebbe cambiare gli equilibri della serie

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Alla vigilia del debutto Nic Pizzolatto aveva avvertito che numerosi elementi della seconda stagione di True Detective avrebbero ricordato la tragedia di Edipo. Night Finds You non propone nulla di nuovo da questo punto di vista rispetto alla scorsa settimana, ma è un episodio importante per rimarcare alcuni concetti e snodi fondamentali della trama – ancora parecchio nebulosa – e indirizzarci sulle note pesanti della stagione. È, ovviamente, il nome di Antigone, sono gli occhi mancanti del cadavere accecato di Caspere, dettaglio sul quale il montaggio si soffermerà all'inizio dell'episodio, e sono naturalmente i problemi legati alla figura paterna che accomunano tutti i protagonisti (manca all'appello Woodrough, ma aspettiamo di sapere qualcosa in più sul suo passato).

Per il resto l'episodio è più sciolto rispetto a quello scorsa settimana, ma non per questo più semplice da digerire. Anzi, se durante la première la curiosità della scoperta e soprattutto la voglia di ritornare nelle atmosfere della serie erano un incentivo da non sottovalutare, già alla seconda puntata qualcosa nella forza della storia inizia ad incepparsi. Finora è un True Detective che imita, ma non crea, che segue uno stile, ma non riesce completamente a farlo proprio. Il gioco della narrazione si allarga, con Ray che rimane il cardine della vicenda, anche grazie ad un paio di scene in solitaria e ad un finale col botto che giustifica a posteriori l'interesse ricevuto dal personaggio rispetto agli altri tre. Ani vive di riflessi e sguardi al passato, ora in un dialogo in macchina proprio con Ray che è tra i momenti più riusciti della puntata, ora in uno scambio veloce con il direttore della clinica dove era stato ricoverato Caspere.

Questa settimana c'è molto più interesse a mostrare la figura di Frank Semyon, ed è bello il tentativo di mostrarlo come un personaggio irrisolto e spezzato al pari degli altri, condizionato dalla sua infanzia – e ancora una volta dalla figura paterna – e desideroso di costruire un'eredità, qualcosa che abbia un valore simbolico oltre che economico. C'è un apprezzabile, proprio perché rischioso, momento di condivisione tra lui e la moglie all'inizio della puntata: una scena statica, lunga, fatta solo di dialoghi, che si conclude con uno stacco ispirato che ci porta ad un nuovo scenario. Vaughn continua a non sembrare adeguato al ruolo, ma anche stavolta per lui, come per Kitsch (che proprio non funziona) e la McAdams, nessun momento richiede qualcosa che vada al di là dello sguardo grigio e disilluso sul mondo. Lo stesso sguardo tipo del personaggio di Farrell, che però in due episodi almeno ha anche espresso rabbia, tristezza, frustazione.

Per il resto è come se ognuno di loro fosse stato scritto nel solco di Rust Cohle, che però, oltre al suo fascino, funzionava anche grazie al contraltare rappresentato da una figura diversa, che qui manca. Intanto le indagini proseguono, qualcosa è più chiaro, e forse un'inquietante maschera da uccello ci indica la strada per allontanarci da corruzione e appalti per arrivare a qualcosa di più "rituale". Ci sono piccoli momenti ispirati in questo secondo episodio: c'è uno sguardo di ghiaccio lanciato da Ani agli oggetti sulla scrivania del direttore alla clinica, c'è Ray che prova ad avvertire alcuni giovani del pericolo di giocare vicino a rifiuti tossici e viene mandato a quel paese (perché come ci ricorda la tagline "We get the world we deserve"), c'è uno scambio tra i responsabili delle autorità in cui qualcuno domanda "Am I supposed to solve this or not?".

E ancora fogne, soffitti macchiati, denti d'oro, e un sottofondo musicale praticamente assente per tutta la puntata, recuperato solo in conclusione – e interno alla storia – nello stesso locale della première. Il senso di già visto non è necessariamente un problema (la prima stagione non aveva una storia particolarmente originale), ma l'artificiosità, come quella legata alla riproposizione meccanica di alcuni elementi, e l'imitazione, anche di se stessi, possono esserlo. Night Finds You ha però quel tipo di finale che può risollevare un episodio intero e portare ad un nuovo livello la storia. Una svolta, se confermata o meno lo scopriremo la prossima settimana, che ha carattere e ci risveglia dal torpore. Sperando che non resti un momento isolato, ma che sia il trampolino per far decollare la storia.

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