Tropical Blues, la recensione

Dopo Coney Island e in attesa di Hellnoir, la seconda parte dell'estate targata miniserie Sergio Bonelli Editore porta il nome di Tropical Blues

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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In attesa di Hellnoir di Pasquale Ruju e Giovanni Freghieri, previsto per il 28 ottobre, dopo Coney Island di Gianfranco Manfredi, Giuseppe Barbati e Bruno Ramellala, la seconda parte dell'estate targata miniserie di Sergio Bonelli Editore, porta il nome di Tropical Blues.

La trilogia firmata da Luigi Mignacco e Marco Foderà ha esordito a luglio con Il mare degli uomini liberi a cui hanno fatto seguito Nel labirinto verde e I viaggiatori del tramonto. Come sottolinea il suo sceneggiatore a pagina 4 del primo albo, la storia vuole essere un omaggio a Una ballata del mare salato di Hugo Pratt e a Mister No di Guido Nolitta. A questi patrimoni del panorama nostrano si mescolano le suggestioni dei detective dello scrittore americano Samuel Dashiell Hammett e le vicende reali dell'ufficiale tedesco Hermann Philipp Detzner durante la Prima Guerra Mondiale. Il prologo invece si rifà alla fine enigmatica di Michael Rockefeller, erede della celeberrima dinastia americana, antropologo e collezionista, scomparso tra il mare e la giungla della Nuova Guinea nel 1961.

L'ambientazione di questa graphic novel è precedente a quel periodo e a quella notizia. Si colloca precisamente nel 1927 ma la connotazione geografica e la tragicità dell'evento sono gli stessi. In questo contesto narrativo il giovane sfortunato si chiama Mike Somerset III, il quale dopo essersi salvato dal naufragio del proprio catamarano, decide di raggiungere a nuoto la costa, incurante degli innumerevoli pericoli e degli ammonimenti del capitano Thomas Starke.

Il patriarca della famiglia, Michael Somerset I, non si dà per vinto e ingaggia uno dei migliori detective in circolazione, Ray Harvest, per avere notizie concrete e definitive sulla sorte del nipote. In Nuova Guinea questi incontra la cugina del disperso, l'attraente Maud Somerset, anch'essa sulle tracce del cugino insieme al colonnello Welsh, una vera e propria guardia del corpo della ragazza. La squadra di ricerca si completa proprio con Starke (trasposizione romanzesca di Detzner e mix di due icone delle nostre nuovole parlanti quali Jerry Drake e Corto Maltese) e il suo fedele aiutante Fletcher Joe, ispirato al giovane maori Tarao della Ballata di Pratt.

Da qui si sviluppa una serie di innumerevoli eventi che fanno esplodere l'avventura e mantengono acceso l'interesse sul possibile destino del povero Mike, guidandoci dal profondo blu dell'oceano al verde lussureggiante della giungla, popolata da feroci tribù ostili agli stranieri. Si arriva in un fiato al colpo di scena finale, molto ben architettato, che rovescia l'intera prospettiva del racconto.

Le citazioni contenute in questo fumetto sono molte; abbiamo provato a indicarvi le più suggestive ma potete sbizzarrirvi a ricercarne altre tra i risvolti della solida sceneggiatura di Mignacco. I suoi testi sono esaltati dai disegni di Marco Foderà, puliti e in linea con l'atmosfera esotica dell'ambientazione e in grado di spaziare su qualunque soggetto e inquadratura, estremamente convincente nella qualificazione espressiva dei personaggi. Il suo stile realista mantiene requisiti di pregio per quasi 300 pagine e lo standard qualitativo della saga viene consolidato dalla splendida copertina composita, realizzata per i tre brossurati che la costituiscono. È opera di Pasquale Frisenda, elegante sia nel tratto che nella scelta dei colori.

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