Tropa de elite
Da fatti realmente avvenuti, la descrizione del lavoro nelle forze speciali della polizia brasiliana, che opera ai limiti della legge. Ambiguo, forte, rozzo e avvincente: di sicuro, non ci si annoia...
Recensione a cura di ColinMckenzie
TitoloTropa de EliteRegiaJosé PadilhaCastUscita30 maggio 2008
Giorni fa, parlando di Gomorra, rimpiangevamo che, in mancanza di un City of God o de I Soprano, da tale materiale non si fosse potuto tirar fuori almeno un Tropa de Elite. Film furbetto e videoclipparo, in certe parti carente nello script, ma che decisamente non ti fa addormentare (magari anche mettendoti una granata in mano). L'enorme differenza è ovviamente dietro alla macchina da presa, considerando che entrambe le storie sulla carta sono decisamente intriganti (anzi, forse quelle di Gomorra sono anche migliori). C'è chi, in Brasile, ritiene che vicende del genere vadano supportate da un apparato visivo potente e coinvolgente. E c'è invece chi pensa che uno stile documentaristico sciatto sia sinonimo di neorealismo, senza magari considerare l'ottimo lavoro dei direttori della fotografia nelle pellicole di De Sica e Rossellini.
C'è, insomma, una parola molto semplice per descrivere la pellicola: ambiguità. Non è un caso che le scene che rimangono più impresse nella memoria (in particolare quelle nel campo di addestramento), siano anche quelle più ambigue. Il regista è realmente affascinato da certe pratiche? O in realtà ci vuole mostrare come tra poliziotti e trafficanti di droga le differenze non siano poi così marcate? Comunque, la grande tensione che si viene a creare nella pellicola alla fine fa sì che lo spettatore si identifichi nei personaggi. Cosa magari inquietante da un certo punto di vista, ma che dimostra l'efficacia del film...