Trieste Science+Fiction 2018, Freaks: la recensione

Freaks, la recensione del film presentato al Trieste Science+Fiction Festival

Condividi

Freaks, l'opera prima dei registi Zach Lipovsky e Adam Stein, riesce nella difficile impresa di distinguersi da innumerevoli opere basate sugli stessi elementi narrativi offrendo una narrazione realmente originale, coinvolgente, divertente e ricca di sorprese.

Il film unisce infatti diversi generi, iniziando quasi come un horror che ricorda per atmosfera Quiet Place ed evolvendosi poi in un thriller dai tanti punti in comune con i cinecomic e i classici sci-fi, sfruttando inoltre con grande attenzione le interpretazioni di un cast davvero convincente in cui è presente anche Bruce Dern, autore di una performance ricca di sfumature.

La protagonista è la piccola Chloe (Lexy Kolker), una bambina di sette anni che il padre (Emile Hirsch) tiene chiusa in casa, spiegandole che all'esterno il mondo è pieno di cattivi che vogliono ucciderli. La ragazzina attende così con impazienza il giorno in cui si trasferirà dalla sua nuova "madre", preparandosi a una possibile vita normale. Chloe impara a memoria tutte le informazioni necessarie a integrarsi nella famiglia dei suoi vicini, nonostante debba fare i conti con inquietanti presenze che si materializzano nel suo ripostiglio e con il desiderio di uscire di casa. La sua ormai collaudata quotidianità viene però interrotta dall'arrivo di un misterioso Gelataio (Bruce Dern) che la attira fuori dalle mura protette dell'abitazione, facendo scoprire a Chloe una realtà drammatica che mette in dubbio tutte le sue certezze e dà il via a una serie di eventi dalle conseguenze drammatiche.

Svelare troppo la trama di Freaks priverebbe lo spettatore dello stupore suscitato dal modo in cui la storia si trasforma seguendo lo sguardo della piccola Chloe sul mondo, grazie anche a inquadrature costruite per aumentare l'immedesimazione e mantenere una visione quasi innocente e senza filtri "adulti" sulle situazioni. Lo script firmato dai due filmmaker è particolarmente brillante nel trovare l'approccio giusto agli eventi e a non delineare mai dei confini troppo netti tra il bene e il male, costruendo una struttura solida e ricca di diramazioni dal semplice e universale concetto del desiderio di protezione che provano i genitori nei confronti dei propri figli, unendovi poi argomenti particolarmente attuali tra cui la paura del diverso e lo sviluppo di ciò che ci rende unici.

Gli elementi sovrannaturali non appaiono mai irrealistici grazie al loro legame con una storia semplice che stimola l'empatia nei confronti della giovane protagonista, interpretata con grande intensità da Lexy Kolker, mentre Emile Hirsch firma una delle sue performance migliori degli ultimi anni delineando un uomo spinto all'estremo pur di mantenere al sicuro la propria figlia dopo il grande dolore causato dalla morte della moglie, dando vita a un uomo in cui follia e calcolata razionalità si intrecciano fin dai primi minuti. Dern, inoltre, lascia veramente il segno con la parte di un anziano segnato dalla vita e determinato a salvare la sua famiglia e la sua presenza sullo schermo è magnetica ed emozionante.

Il film, con il suo mix di sfumature dark e leggerezza, riesce a intrattenere con intelligenza e la fotografia di Stirling Bancroft è inoltre ben studiata per aumentare la sensazione di essere all'interno della mente di Chloe, enfatizzando i colori brillanti nelle prime scene girate all'esterno e quelli più scuri e opprimenti all'interno.

Freaks non è privo di difetti e la parte finale avrebbe avuto forse bisogno di qualche taglio in più per aumentarne il ritmo e non smorzare la tensione, tuttavia il risultato finale è al di sopra delle aspettative e ben calibrato per conquistare un pubblico molto ampio, regalando così agli spettatori una delle sorprese cinematografiche dell'anno.

Continua a leggere su BadTaste