Trieste Science+Fiction 2018: Ederlezi Rising, la recensione

La nostra recensione del film Ederlezi Rising, con protagonista Stoya, presentato al Trieste Science+Fiction Festival

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Arriva dalla Serbia l'opera fantascientifica Ederlezi Rising, film con cui Stoya si allontana dal mondo della pornografia interpretando l'androide Nimani, creata per adattarsi totalmente alle caratteristiche dell'astronauta Milutin (Sebastian Cavazza), in missione verso Alfa Centauri per conto della multinazionale Ederlezi Corporation. Gli unici due passeggeri dovranno occuparsi della manutenzione del veicolo spaziale e tra i due si stabilisce un legame che sfida le tradizionali idee riguardanti il concetto di umanità e di amore.

Il progetto scritto da Dimitrije Vojnov e diretto da Lazar Bodroza deve affrontare degli evidenti limiti imposti da un budget non elevato, situazione che porta all'utilizzo di poche scenografie e alla ripetizione di alcune sequenze, per confezionare il racconto di un'evoluzione emotiva che porta il ferito e cinico Milutin a capire il vero significato di amore e rispetto.

Il rapporto che stabilisce con Nimani è infatti inizialmente solo all'insegna del soddisfare i propri bisogni fisici e psicologici, usando l'androide per realizzare le proprie fantasie e dare spazio ai propri desideri senza alcun coinvolgimento, trovandosi di fronte a un "oggetto" da usare a proprio piacimento. La capacità di Nimani di apprendere dalle esperienze vissute e la solitudine che obbliga il protagonista a riflettere sugli errori compiuti in passato e nel presente, rappresentano un buon espediente narrativo per rappresentare le varie fasi che portano un uomo a rendersi conto di quello che vuol dire amare realmente.

L'interpretazione piuttosto monocorde di Cavazza non aiuta a sostenere l'ambizioso film che paga molto un approccio fin troppo "epico" e i dialoghi ridotti all'essenziale che non permettono mai di rendere i due protagonisti poco più di figure stereotipate a cui si è cercato di dare una profondità che rimane limitata agli intenti. Stoya mette al servizio del racconto la propria fisicità e la capacità di mantenere quella freddezza necessaria a rendere Nimani la chiave del cambiamento personale dell'astronauta nonostante la sua, forse apparente, mancanza di emozioni. Rimane comunque il dispiacere di vedere l'attrice non avere a disposizione un materiale in grado di far emergere realmente le proprie capacità attoriali, rimanendo per ora legata a una parte in cui i rapporti sessuali, seppur rappresentati con la giusta dose di artisticità e sensibilità, sono ancora centrali.

La regia di Bodroza appare ancora un po' incerta e ricca di riferimenti a un immaginario composto da fumetti, film e serie di genere sci-fi, faticando a dimostrare la propria personalità come filmmaker, nonostante un'evidente capacità di gestire la macchina da presa per costruire una realtà non priva di momenti poetici.
Ederlezi Rising con un pizzico di coraggio stilistico e originalità in più, e potendo contare su un sostegno economico sostanzioso, avrebbe forse potuto ritagliarsi un posto importante all'interno del panorama contemporaneo del cinema sci-fi, rimanendo così invece un film riuscito solo a metà che riesce a convincere grazie a un'atmosfera suggestiva e a un'interessante analisi delle relazioni sentimentali.

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