Trials Rising, ovvero di flusso, manico e (troppo) trial and error - Recensione
Un gioco di guida che mette a dura prova la pazienza, più dell'abilità: la recensione di Trials Rising
Non c'è infatti molta differenza nell'approccio con il quale il giocatore si pone di fronte ad un Super Meat Boy, per fare giusto un esempio, e Trials Rising. Il perno del gameplay tutto sta nella possibilità di premere un tasto e riniziare il livello da capo, o, per i meno perfezionisti, desiderosi più di andare avanti nella scoperta dei tracciati che di limare al centesimo i loro tempi, di un altro, che li riporta all'ultimo checkpoint attraversato, con cinque secondi in più sul groppone però (sì, sono tanti, sia i checkpoint che i secondi di malus). La filosofia di fondo del gioco è quindi chiarissima: git gud, diventa bravo. Lo si diventa principalmente tenendo sempre l'attenzione altissima, perché è un attimo dosare male il gas e cappottarsi, o mettere le ruote male in un atterraggio, e attraverso l'apprendimento della successione di ostacoli, trampolini e quant'altro spalmati sul livello. Perché, e qui sta l'unica magagna della produzione, si può anche diventare bravissimi piloti, ma certi passaggi sono praticamente impossibili da prevedere o da superare senza averci sbattutto il muso qualche volta.
Nonostante un sistema di controllo estremamente semplice Trials Rising offre un'esperienza di gioco dal livello di sfida tendente all'alto, per quanto stratificata a seconda di quanto il giocatore voglia ottenere. Basta davvero poco per guidare, un grilletto per l'acceleratore, che si imparerà presto a dosare con cura, pena sfracellamenti anche nei passaggi più facili, lo stick sinistro, per gestire l'inclinazione in avanti o indietro del sistema pilota/moto, fondamentale negli atterraggi e nei passaggi più mossi, per spostare il peso; già l'utilizzo del freno, deputato all'altro grilletto, apre tutta una serie di nuove possibilità. È quanto si impara con la pratica, ma anche con un ben realizzato tutorial, che in una serie di sfide aiuta a migliorare nelle proprie performance.
[caption id="attachment_193838" align="aligncenter" width="1920"] L'estetica complessiva è gradevole, soprattutto grazie ad una palette cromatica accesa e varia[/caption]
Alla progressione attraverso tracciati sparsi per tutto il mondo si accompagna quella del proprio personaggio, attraverso livelli, ottenendo punti esperienza sia dal completamento delle gare, sia dai contratti, speciali sfide che usualmente chiedono qualcosa in più rispetto all'arrivare semplicemente al traguardo con un tempo dignitoso, nulla che in realtà rimpolpi particolarmente l'offerta ludica. Aumentare di livello significa anche ottenere una nuova loot box, contenente tre modifiche estetiche, tra adesivi, capi d'abbigliamento e modifiche per il proprio mezzo. Per personalizzare il proprio avatar e il mezzo è inoltre possibile acquistare oggetti tramite valuta in game, ma a prezzi decisamente elevati, il che, unitamente alla varietà degli oggetti contenuti nelle loot box (quasi sempre adesivi, non raramente si otterrà un oggetto già posseduto), è un evidente stimolo a ricorrere alle microtransazioni per curare il look.
È evidente come Trials Rising sia produzione confezionata per un certo pubblico, costituito dagli appassionati della prima ora della serie e dai piloti maggiormente interessati ad elevare al massimo le loro abilità, tentativo dopo tentativo. Gli altri faranno fatica a godere dei suoi tracciati, sempre stimolanti, ma troppo spesso ostici in maniera troppo artificiosa, costruiti attorno ad una filosofia di gioco che non riesce a bilanciare bene divertimento e sfida.