Trial of Magneto #1, la recensione
Quel che offre questo primo numero #1 di Trial of Magneto è la più tradizionale e convincente delle formule mutanti
Per una visione completa delle vicende che prendono il via in Trial of Magneto #1 può essere utile soffermarsi sulla sua storia editoriale. Concepito in origine come nuovo arco narrativo della testata X-Factor, doveva vedere il gruppo investigativo mutante che dà il nome alla serie indagare sull’omicidio di Scarlet, avvenuto nella fatidica serata del Galà Infernale, che vede Magneto in cima alla lista dei potenziali colpevoli. La forza e la rilevanza della storia sono state giudicate tali da voler attribuire all’evento una miniserie a sé stante, e fin qui nulla di male, se non fosse che il lancio della miniserie in questione ha finito per portare alla soppressione della serie regolare di X-Factor, scelta che indubbiamente lascia un po’ l’amaro in bocca. Mettendo da parte le considerazioni puramente editoriali, queste coordinate ci permettono di cogliere quella che in essenza è l’esperienza di lettura di Trial of Magneto #1: una storia potente e di grande qualità, incartata in una confezione sbagliata.
Con il senno di poi, la scelta di Wanda Maximoff come vittima sacrificale era inevitabile: non solo all’interno nell’Universo Marvel e soprattutto sull’isola di Krakoa è vista come una figura controversa e disprezzabile a causa degli eventi di House of M, ma anche a livello puramente narrativo, occupa un posto situato in un crocevia perfetto che permette di estrapolare il massimo potenziale in termini di emozioni da tutte le figure coinvolte: il suo complesso rapporto paterno con Magneto (e la rabbia di quest’ultimo nel vedersi accusato dell’omicidio), la freddezza del Consiglio Silente nel negare la possibile resurrezione, il dramma che tocca i compagni di squadra degli Avengers, le perplessità del team di X-Factor nell’indagare su un omicidio dove quasi tutto è fuori dal comune e ultimo, ma non meno importante, il dolore del fratello Quicksilver. Tutte scene che, infilate una dietro l’altra, fanno dell’albo una lettura forte, emotivamente carica e narrativamente solida.
I disegni di Lucas Werneck sono parte integrante della storia narrata da Leah Williams: cupi e incombenti nelle scene d’indagine, potenti e dinamici in quelle dove le emozioni dei protagonisti dilagano incontrollate, onirici ed estranianti in quelle "mistiche" che coinvolgono la stessa Scarlet.
Riassumendo, su una cosa i piani alti della Marvel avevano indubbiamente ragione: la storia narrata in Trial of Magneto #1 è molto buona, ed è comprensibile il desiderio di proporla a una platea di lettori più vasta possibile. La cosa poteva probabilmente essere fatta senza sconvolgere la serie regolare com’è accaduto, e senza cedere al richiamo dei titoli delle vecchie glorie. Ma riuscendo a mettere da parte queste considerazioni esterne, quel che offre questo primo numero #1 è la più tradizionale e convincente delle formule mutanti: drammi personali, lotta ai pregiudizi e ai tormenti passati, speranza di redenzione e di riscatto. In questo, The Trial of Magneto #1 funziona come un orologio svizzero.
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