Tre uomini e un fantasma, la recensione

Ricorrendo all'horror come base per mettere in scena le dinamiche tra i tre protagonisti, Tre uomini e un fantasma latita di idee e di risate

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La nostra recensione di Tre uomini e un fantasma, disponibile dal 30 dicembre su Prime Video

Se oggi in Italia l'horror fatica a tornare in auge, ad essere preso veramente sul serio, ancora più difficile è farne una parodia riuscita. Quest'ultima poteva funzionare negli anni '70 e '80, animata da un genuino spirito di genere da mettere alla berlina. Ora invece sembra che non ci si provi neanche a confrontarsi con questo, spesso realizzando semplicemente una piccola variazione dai consolidati schemi della commedia italiana.

Questo accade con Tre uomini e un fantasma, nuovo lungometraggio del trio comico I Ditelo voi, che alza il tiro dopo il precedente Gomorroide. Tre amici di lunga data vincono un soggiorno "all inclusive" in una villa del '700 sperduta nel bosco. Già dal loro arrivo l'abitazione emana un'atmosfera sinistra e non passerà molto tempo che i protagonisti scopriranno presenze inquietanti e la loro vacanza si trasformi in un incubo.

Partendo dal filone delle "magioni infestate", il film propone porte che si chiudono all'improvviso, telefonate minacciose, "esci da questo corpo" detto alla bambina indemoniata al suo interno (che sarebbe il "fantasma" del titolo, giusto per far capire la cura dei dettagli). Tutti riferimenti e cliché facilmente riconoscibili, qui resi ridicoli, con la mera funzione di base per mettere in scena le dinamiche tra i tre protagonisti. L'intreccio sfrutta in particolare inerti scambi verbali e giochi di parole, il contrasto tra tre caratteri diversi, tra chi non crede al paranormale, nonostante l'evidenza, e chi invece porta con sé uno sguardo ingenuo e aperto a tutto. Si susseguono diverse scenette che appaiono più come un collage di sketch televisivi, per arrivare con fatica a 86 minuti di durata complessiva.

Una formula ormai stantia, dove a latitare sono soprattutto le risate, per come le situazioni sono ripetute e le battute vanno raramente a segno. Ma senza per questo farsi mancare una morale di fondo: costretti a passare molto tempo insieme in un unico luogo, i tre amici colgono l'occasione per confessare i propri segreti, farsi perdonare i propri torti, conoscersi in fondo meglio di quanto non lo fossero stati in oltre trent'anni. Un orizzonte banale e sempliciotto, che rende palese il senso dell'operazione.

Diventa infatti presto chiaro come, ancora una volta, a I Ditelo voi interessi confezionare un prodotto che si rivolge soprattutto ai loro fan, in cui della dimensione horror e sovrannaturale non interessa a nessuno. Non aiuta nemmeno una regia (Francesco Prisco) molto anonima, totalmente al servizio dei tre protagonisti. Se il titolo poteva richiamare il celebre film di Aldo, Giovanni e Giacomo...siamo lontanissimi dai modello.

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