Transformers: War for Cybertron Trilogy "Siege": la recensione

Transformers: War for Cybertron torna a raccontare lo scontro eterno tra le fazioni degli Autobot e dei Decepticon

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Transformers: War for Cybertron Trilogy "Siege": la recensione

La guerra tra gli Autobot e i Decepticon è stata raccontata tantissime volte nel franchise pluridecennale dei Transformers. Le fazioni guidate da Optimus Prime e Megatron sono destinate, anche per il solo fatto di esistere, a combattersi in eterno, senza che ci sia un vincitore. Il franchise stesso le intrappola in uno scontro eterno, in cui nulla è definitivo e nessuno resta morto troppo a lungo (regola sancita anche dai film). Tutto quello che Transformers: War for Cybertron Trilogy può fare, mentre ripropone la stessa storia per l'ennesima volta, è prendere coscienza di questo ciclo di distruzione, e mettere in bocca ai protagonisti certe considerazioni sull'annientamento reciproco.

La trama, per i pochi che non la conoscono, è quella dello scontro sul pianeta Cybertron di due fazioni di robot trasformabili. Ci sono i buoni, gli Autobot guidati da Optimus Prime, e i cattivi, i Decepticon di Megatron. La guerra civile è andata avanti per molto tempo su questo mondo in rovina, e troviamo le due fazioni stremate, che discutono non tanto della ricerca vuota del trionfo, quanto della stanchezza per lo scontro. Questa è l'intuizione più azzeccata di Siege, prima parte da sei episodi di questa trilogia animata distribuita su Netflix.

Le due fazioni sono rigidamente separate, e non ci si può sbagliare su chi sono i buoni e i cattivi, però si fa un tentativo per caratterizzare più in profondità i personaggi. Optimus Prime è il leader, ma è un capo con dei dubbi, che dubita di se stesso, della forza della propria ribellione contro Megatron. Lo stesso Bumblebee ha un particolare arco narrativo. Ci sono passaggi di fronte, tentativi di conciliazione, si parla a più riprese della futilità della guerra mentre il mondo va incontro alla distruzione. E su tutto c'è sempre il limite della fonte di energia Energon, e il controsenso di usare qualcosa di così vitale per distruggersi l'un l'altro. La divisione nasce dalla paura, e la stessa ricerca dell'AllSpark è solo un modo per raccontare un'escalation di azioni e reazioni che sfuggono al controllo delle stesse fazioni.

La serie non diventa più complessa di così (anche perché non ne ha il tempo), e lo stesso intreccio si mantiene molto semplice, ma sarebbe ingiusto cercare una maturità maggiore in un prodotto che potrebbe anche essere il primo per una nuova generazione di spettatori. La visione comunque è veloce, da binge watching assicurato, pronta a stabilire il collegamento con le future serie che arriveranno.

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