Track Lab, quando Sound Shapes incontra Electroplankton – Recensione

Un po’ puzzle game, un po’ editor musicale: la recensione di Track Lab

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


Condividi

Track Lab è un esperimento, un interessante tentativo di proporre qualcosa di nuovo, una produzione a modo suo originale, che molto probabilmente avrebbe funzionato altrettanto bene senza PlayStation VR, che funge da ideale punto di contatto tra Sound Shapes, atipico platform pubblicato su PS Vita nel 2012, ed Electroplankton, curioso software musicale, travestito da esperienza dalle tinte zen, visto in azione su Nintendo DS, nell’ancor più lontano 2005.

La piccola produzione di Little Chicken si alimenta di due anime distinte e distanti, eppur intimamente interconnesse. L’una è funzionale all’altra nella misura in cui si risolvono una serie di enigmi, solo per carpire e comprendere le fondamenta di un editor musicale che vi permetterà di creare gustose basi musicali, che spaziano dal rap alla tecno, condivisibili sui principali social, ma purtroppo destinate a restare confinate sulla rete, un po’ come accadeva con il sopracitato titolo della Grande N, che eliminava qualsiasi vostra creazione una volta spenta la console.

[caption id="attachment_188918" align="aligncenter" width="1000"]Track Lab screenshot Sebbene Track Lab potrebbe funzionare benissimo anche senza realtà virtuale, privare l’esperienza dell’utilizzo dei Move resterebbe un prezzo troppo alto da pagare e ne stravolgerebbe il concept.[/caption]

Immaginate un insolito spartito composto di caselle e colonne che si estende di fronte a voi, all’interno di un ambiente virtuale onirico, fatto di forme, luci e strutture che pulsano e vibrano in armonia con la traccia musicale che, elemento dopo elemento, andrà letteralmente a comporsi grazie al vostro intervento."La modalità Evolver, che incarna l’anima puzzle, vi pone come obiettivo quello di creare un tracciato, all’interno di questa griglia, che “accompagni” un impulso elettrico a destinazione"

La modalità Evolver, che incarna l’anima puzzle, vi pone come obiettivo quello di creare un tracciato, all’interno di questa griglia, che “accompagni” un impulso elettrico a destinazione, evitando gli ostacoli e modificandone la traiettoria tramite specifici oggetti che potrete piazzare con la complicità dei Move. Con il visore saldo in testa, ci si sente quasi in una versione musicale della realtà virtuale apprezzata nel lungometraggio Il Tagliaerbe, mentre si spostano, fisicamente, le varie strutture che, come facilmente immaginabile, emettono ognuno un particolare suono, ogni volta che vengono colpiti dall’impulso.

A mano a mano che si completano gli enigmi, ci si accorge che la traccia si arricchisce di un nuovo strumento, approfondendo progressivamente l’arrangiamento. Non è l’unica interazione che potrete concedervi. Tra un livello e l’altro, ma anche al termine del gruppo di schemi che compongono la stessa canzone, potrete letteralmente mettere le mani sul mixer che troverete nella parte bassa dell’ambiente virtuale. Qualsiasi esperto di musica definirà limitatissimo il set di strumenti, ma i neofiti, o chi non ha grosse pretese, troverà simpatica e divertente l’idea di poter sperimentare con queste tracce preconfezionate.

L’illusione di sentirsi un provetto DJ c’è, è palpabile, ma la funzione principale di questa feature è iniziare al vero focus dell’esperienza: la creazione di tracce da zero, per l’appunto.

Come anticipato, il mixer messo a disposizione non fa miracoli, ma gli elementi che andranno a comporre le “note”, lungo lo spartito musicale, sono sufficientemente numerosi da permettere un buon grado di libertà all’utente. Inoltre, la presenza di diversi strumenti musicali con cui giocare, oltre all’ampiezza della griglia, permette di spaziare facilmente tra i generi e di creare brani piacevoli da ascoltare, oltre che ben arrangiati.

Track Lab, questa è la vera forza della produzione, funziona anche se non si ha alcuna base teorica o pratica di musica. Chiunque può creare qualcosa di apprezzabile, anche solo andando ad orecchio. Serve un po’ di pratica e voglia di sperimentare, ma non è difficile dare vita ad una traccia che inorgoglisca il suo creatore.

[caption id="attachment_188919" align="aligncenter" width="1000"]Track Lab screenshot Luci accese, colori saturi, strutture solo vagamente riconoscibili. I primi istanti all’interno degli ambienti virtuali disegnati da Little Chicken li vivrete a bocca aperta.[/caption]

Come detto, si tratta di un software che funzionerebbe benissimo anche senza realtà virtuale, ma va da sé che si tratta di un valore aggiunto, una feature che incrementa l’impatto sensoriale dell’esperienza, che aiuta a immedesimarsi nei panni di un DJ alle prese con un evento ambientato un po’ nel futuro, un po’ in uno splendido sogno.

Track Lab è un interessante esperimento che farà la gioia dei musicisti wannabe. Gli esperti, chi si diletta tra strumenti e spartiti già da un po’, troveranno limitato il tutto, ma potrebbero anche apprezzare l’anima giocosa del titolo, sia per creare qualcosa al volo, senza troppe pretese, sia per risolvere qualche puzzle che sfrutta con il ritmo. Nulla di particolarmente indimenticabile, ma al pari di Sound Shapes ed Electroplankton, saprà ritagliarsi un minuscolo posticino nei cuori e nella memoria di chi gli darà una chance.

Continua a leggere su BadTaste